Anno: 2008
Regia: John Moore
Distribuzione: 20th Century Fox
Figlio di un videogioco minore, così potremmo intitolare questo articolo, perché in effetti è proprio cio’ che si evince dalla visione di “Max Payne”, diretto con piglio sonnacchioso dal regista John Moore.
Regia: John Moore
Distribuzione: 20th Century Fox
Figlio di un videogioco minore, così potremmo intitolare questo articolo, perché in effetti è proprio cio’ che si evince dalla visione di “Max Payne”, diretto con piglio sonnacchioso dal regista John Moore.
Il poliziotto Max Payne è rientrato troppo tardi a casa per fermare l’omicidio efferato della moglie e della figlia. Il senso di colpa, aumentato dal fatto di non essere riuscito a risolvere il caso lo dilania. Max si ubriaca ogni notte, lavora senza scopo e non ha amici o amori, pur essendo trascorsi diversi anni dall’accaduto. Quando però cominciano a morire spacciatori legati al traffico di una misteriosa droga denominata “Angel”, Payne agguanta il distintivo, indossa il giubbotto antiproiettile, impugna il fucile a pompa e inizia l’indagine…
Peccato per questo Max Payne che poteva contare su una trama evocativa, anche se molto scontata, e un cast azzeccato. Mark Wahlberg fa del suo meglio, infatti, per far decollare il film, aiutato anche dal fisico e dalle movenze della “bondiana” Olga Kurilenko, ma purtroppo l’attore protagonista di “E venne il giorno…” e di “The departed” evidentemente è salito sull’aereo sbagliato. Lento, terribilmente annoiato a causa di una trama funzionale per un videogioco ma terribilmente fiacca sul grande schermo, “Max Payne” da videogame “sparatutto” diventa quasi un film intimista sulla capacità dell’uomo di sopperire ai suoi sensi di colpa. A una impostazione drammatica troppo ambiziosa si aggiunge poi una recitazione resa debole da una sceneggiatura poco credibile e una fotografia gotica dalla dubbia efficacia.
Diego Altobelli (12/2008)
estratto da http://www.tempimoderni.com/db/dbfilm/film.php?id=1972
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