Anno: 2011
Regia: Raja Gosnell
Distribuzione: Sony Pictures
Difficile dire se lo si aspettava con trepidazione oppure no, fatto sta che anche il magico mondo dei Puffi irrompe nelle sale cinematografiche. I personaggi ideati dall’autore Peyo nel 1958 prendono vita in computer grafica, perfettamente integrati nel mondo reale immortalato dalla Grande Mela.
Al villaggio dei Puffi sono in corso i preparativi per il Festival della Luna Blu. Tutto sembra filare per il meglio, ma il Grande Puffo ha una visione terribile sul futuro. A complicare le cose ci si mette Tontolone, che inavvertitamente finisce per indicare a Gargamella la locazione del Villaggio. Per fuggire al terribile mago, i Puffi si dividono in due gruppi. Ed è così che uno di questi si ritrova magicamente a New York…
Operazione commerciale a metà strada tra il nostalgico e il rilancio di un brand. I Puffi del mitico Peyo hanno indubbiamente animato i pomeriggi di tanti bambini, e con questo film sembrano promettere di fare lo stesso con le generazioni future. La regia di Raja Gosnell (“Beverly Hills Chihuahua”, “Big Mama”, “Scooby-Doo”) è piuttosto abile nel catturare l’essenza dei folletti blu e adattarne i caratteri all’interno di un mondo vero; similarmente a quanto avveniva nel disneyano “Come d’incanto”. E pure con tutte le magagne, le forzature e le imprecisioni del caso, alla fine il film si lascia vedere dimostrandosi adatto a tutte le età. I Puffi sono perfettamente ricreati e le loro movenze sono state riprese con dovizia di particolari. Un ottimo risultato, enfatizzato dal 3D che forse si poteva sfruttare con più audacia.
In un film di questo tipo allora, leggero e senza pretese, colpiscono più che altro alcune scelte tipicamente hollywoodiane. I personaggi instaurano un rapporto di amicizia con una coppia di giovani sposi. Il ragazzo (interpretato da Neil Patrick Harris) ha una consegna da fare al suo capo che, guarda caso, è una donna spagnola. La moglie (Jayma Mays) incinta prende a cuore il protagonista Tontolone promuovendo la libertà di essere, cautamente contrapposta all’idea che vuole i puffi differenziarsi dalla nascita in base a specifiche attitudini. Insomma, di riffa o di raffa Hollywood tenta di appropriarsi anche di questa idea. Ci riesce con piglio prepotente sulla povera Spagna in piena crisi economica, e per sottoscrivere la resa alla fine i Puffi si ispireranno alla Grande Mela per ricostruire il proprio villaggio. Come dire: forse non sempre tutto è bene quel che finisce bene.
Diego Altobelli (09/2011)
Regia: Raja Gosnell
Distribuzione: Sony Pictures
Difficile dire se lo si aspettava con trepidazione oppure no, fatto sta che anche il magico mondo dei Puffi irrompe nelle sale cinematografiche. I personaggi ideati dall’autore Peyo nel 1958 prendono vita in computer grafica, perfettamente integrati nel mondo reale immortalato dalla Grande Mela.
Al villaggio dei Puffi sono in corso i preparativi per il Festival della Luna Blu. Tutto sembra filare per il meglio, ma il Grande Puffo ha una visione terribile sul futuro. A complicare le cose ci si mette Tontolone, che inavvertitamente finisce per indicare a Gargamella la locazione del Villaggio. Per fuggire al terribile mago, i Puffi si dividono in due gruppi. Ed è così che uno di questi si ritrova magicamente a New York…
Operazione commerciale a metà strada tra il nostalgico e il rilancio di un brand. I Puffi del mitico Peyo hanno indubbiamente animato i pomeriggi di tanti bambini, e con questo film sembrano promettere di fare lo stesso con le generazioni future. La regia di Raja Gosnell (“Beverly Hills Chihuahua”, “Big Mama”, “Scooby-Doo”) è piuttosto abile nel catturare l’essenza dei folletti blu e adattarne i caratteri all’interno di un mondo vero; similarmente a quanto avveniva nel disneyano “Come d’incanto”. E pure con tutte le magagne, le forzature e le imprecisioni del caso, alla fine il film si lascia vedere dimostrandosi adatto a tutte le età. I Puffi sono perfettamente ricreati e le loro movenze sono state riprese con dovizia di particolari. Un ottimo risultato, enfatizzato dal 3D che forse si poteva sfruttare con più audacia.
In un film di questo tipo allora, leggero e senza pretese, colpiscono più che altro alcune scelte tipicamente hollywoodiane. I personaggi instaurano un rapporto di amicizia con una coppia di giovani sposi. Il ragazzo (interpretato da Neil Patrick Harris) ha una consegna da fare al suo capo che, guarda caso, è una donna spagnola. La moglie (Jayma Mays) incinta prende a cuore il protagonista Tontolone promuovendo la libertà di essere, cautamente contrapposta all’idea che vuole i puffi differenziarsi dalla nascita in base a specifiche attitudini. Insomma, di riffa o di raffa Hollywood tenta di appropriarsi anche di questa idea. Ci riesce con piglio prepotente sulla povera Spagna in piena crisi economica, e per sottoscrivere la resa alla fine i Puffi si ispireranno alla Grande Mela per ricostruire il proprio villaggio. Come dire: forse non sempre tutto è bene quel che finisce bene.
Diego Altobelli (09/2011)
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