martedì 27 ottobre 2009

L'era glaciale 3 - L'alba dei dinosauri

Anno: 2009
Regia: Carlos Saldanha
Distribuzione: 20th Century Fox

Torna la bizzarra famiglia de L’era glaciale in una nuova avventura ambientata nel sottosuolo e completamente in 3-D. E già, il sottotitolo L’alba dei dinosauri a pensarci bene contrasta il nuovo sistema visivo adottato, ora e con ottimi risultati, anche dai ragazzi della 20th Century Fox.

Il terzo episodio comincia con dei modus operandi piuttosto ordinari. Ellie, compagna mammuth di Manny, è in dolce attesa e la tigre Diego litiga proprio con il grosso amico perché non crede di sentirsi a suo agio nei panni di “zio acquisito”. La voglia di famiglia assale invece Sid il bradipo, anima combina guai del gruppo, che in un impulso troppo emotivo preleva uova di dinosauro da una tana sotterranea. Quando la mamma Rex scopre il fattaccio riprende i cuccioli e rapisce Sid, trascinandolo nel sottosuolo. Agli altri del gruppo il compito di riportarlo in salvo…

Con toni in stile Viaggio al centro della terra, il regista Carlos Saldanha raddrizza il tiro dopo il meno convincente L’era glaciale 2 – Il disgelo. La trama si fa più articolata, le scene di azione aumentano, vorticando anche grazie all’uso del nuovo sistema in 3-D, e si aggiungono persino allegorie visive suggestive e, a voler essere pretenziosi, anche “profonde”. I personaggi intraprendono un viaggio nelle profondità della terra che somiglia molto a un viaggio salvifico verso l’Umanità. Attraversano un ponte fatto di ossa, si fanno aiutare da un reietto che li guida su dei pterodattili piuttosto che su zattere in mezzo alla lava, combattono mostri giganteschi e terribili. Il tutto mentre la povera Ellie sta per partorire una piccola e dolcissima mammuth aggredita da velociraptor che rappresentano la corruzione e il male. Nell’inferno che i protagonisti affronteranno ritroveranno se stessi e il loro legame, profondo e indissolubile. Il buonismo vincerà, certo, e l’equazione famiglia stramba = famiglia fortunata (e felice) si ripeterà come negli altri episodi divenendo ufficialmente il leit motiv di tutta la serie.

Il risultato è un film per certi versi suggestivo, per altri avvincente, a cui forse manca quel senso per la novità e l’innovazione che aveva caratterizzato il primo, ineguagliato, episodio.

Infine, per la gioia dei fan aumentano i momenti in cui protagonisti sono Scrat e la sua ghianda: mai come in questo caso metafora di una libertà irraggiungibile e mirabile. Vedere per credere.

Diego Altobelli (08/2009)

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