Anno: 2009
Regia: Margarethe von Trotta
Torna lo stile ruvido e assai cinico di Margarethe von Trotta, regista tedesca Leone d’Oro nel 1981 grazie a Anni di piombo, con Vision: pellicola “mistica” incentrata su una delle sante più eclettiche della Chiesa.
Fine dell’anno 1000 d.C. La vita di Hildegard von Bingen, scrittrice, poetessa, cosmologa, filosofa e scienziata, maestra guaritrice, entrata in monastero a otto anni e tormentata da visioni mistiche. Quando in età adulta confesserà il suo talento di parlare con Dio, comincerà per lei una esistenza tormentata…
Indubbiamente, Margarethe von Trotta dimostra una personalità spiccata e un grande talento nel gestire la macchina cinematografica e nel rapportarla con temi come carne, misticismo, fede. Il suo Vision, in concorso alla quarta edizione del Festival del Film di Roma, dimostra di essere una delle pellicole più interessanti della manifestazione. Intrigante, sporco, silenzioso, dal film della von Trotta si viene catturati. Buon ritmo, malgrado la trama indubbiamente piuttosto “statica”, buon uso diegetico della cinepresa che riesce a raccontare tutto, anche i sentimenti intimi dei personaggi. Un film che ricorda (e forse lo omaggia anche) il capolavoro La passione di Giovanna d’Arco di Carl Theodore Dreyer. Con quella pellicola del 1928, Vision ha in comune l’intima percezione del divino attraverso l’uso della luce e degli sguardi. Non raggiunge quei livelli di perfezione visiva, però è ammirevole quanto la von Trotta riesca ad avvicinarvisi.
Ottima l’interprete principale Barbara Sukova, "affezionata" della von Trotta, attrice dal carattere versatile ed esordiente nel 1977. Fu anche protagonista di film come "Romance & Cigarettes" (John Turturro, 2005).
Diego Altobelli (10/2009)
estratto da http://www.tempimoderni.com/db/dbnovita/novita.php?id=692
Regia: Margarethe von Trotta
Torna lo stile ruvido e assai cinico di Margarethe von Trotta, regista tedesca Leone d’Oro nel 1981 grazie a Anni di piombo, con Vision: pellicola “mistica” incentrata su una delle sante più eclettiche della Chiesa.
Fine dell’anno 1000 d.C. La vita di Hildegard von Bingen, scrittrice, poetessa, cosmologa, filosofa e scienziata, maestra guaritrice, entrata in monastero a otto anni e tormentata da visioni mistiche. Quando in età adulta confesserà il suo talento di parlare con Dio, comincerà per lei una esistenza tormentata…
Indubbiamente, Margarethe von Trotta dimostra una personalità spiccata e un grande talento nel gestire la macchina cinematografica e nel rapportarla con temi come carne, misticismo, fede. Il suo Vision, in concorso alla quarta edizione del Festival del Film di Roma, dimostra di essere una delle pellicole più interessanti della manifestazione. Intrigante, sporco, silenzioso, dal film della von Trotta si viene catturati. Buon ritmo, malgrado la trama indubbiamente piuttosto “statica”, buon uso diegetico della cinepresa che riesce a raccontare tutto, anche i sentimenti intimi dei personaggi. Un film che ricorda (e forse lo omaggia anche) il capolavoro La passione di Giovanna d’Arco di Carl Theodore Dreyer. Con quella pellicola del 1928, Vision ha in comune l’intima percezione del divino attraverso l’uso della luce e degli sguardi. Non raggiunge quei livelli di perfezione visiva, però è ammirevole quanto la von Trotta riesca ad avvicinarvisi.
Ottima l’interprete principale Barbara Sukova, "affezionata" della von Trotta, attrice dal carattere versatile ed esordiente nel 1977. Fu anche protagonista di film come "Romance & Cigarettes" (John Turturro, 2005).
Diego Altobelli (10/2009)
estratto da http://www.tempimoderni.com/db/dbnovita/novita.php?id=692
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