Anno: 2011
Regia: Paddy Considine
Esordio alla regia col botto per Paddy Considine, attore e caratterista in diverse pellicole di richiamo come “The Bourne Ultimatum” e “Cinderella Man”, solo per citarne un paio. Messo dietro la macchina da presa, Considine decide di affrescare sullo schermo un dramma di solitudine estrema. Un grido di rabbia destinato a rimanere inaudito.
Joseph è un uomo problematico. Si incolpa della morte della moglie, avvenuta a causa del diabete; beve per riempire i vuoti del giorno; la notte si avventura in risse senza motivo. Una mattina, in cerca di redenzione, entra nel negozio di vestiti usati tenuto da una donna. Tra i due nasce uno strano affetto, ma Patrick ancora non conosce la storia della donna, legata a un uomo violento che la umilia in ogni modo…
Se cercate un film che possa incarnare l’espressione “cazzotto nello stomaco”, troverete in ”Tyrannosaur” di Paddy Considine ciò che fa per voi. E’ evidente quasi da subito che quello che ci si trova davanti è un dramma umano senza alcuna soluzione. E non è che Considine faccia molto per nasconderlo, anzi. Le scene di violenza rappresentano più che altro umiliazioni che i protagonisti del film sono costretti a subire senza mai (o quasi) reagire. Vedendo il film, cresce la rabbia e ci si lega a questa vicenda umana che vorrebbe aspirare a diventare storia di redenzione. La redenzione non arriva e Considine fa piovere sul bagnato quando, nel finale, calca la mano (forse pure troppo) distruggendo ogni possibilità di lieto fine. Proprio l’ultima parte del film appare un po’ forzata e potrà non convincere tutti. Molti, forse, la interpreteranno persino come un’inutile aggiunta, ma anche malgrado questa annotazione il film risulta riuscito e molto solido.
Infine, un grande Peter Mullan a prestare il volto al personaggio di Joseph, favorisce a rendere più autentica una pellicola che, in un modo o in un altro, finisce per ferire. Non è da tutti.
Diego Altobelli (10/2011)
Regia: Paddy Considine
Esordio alla regia col botto per Paddy Considine, attore e caratterista in diverse pellicole di richiamo come “The Bourne Ultimatum” e “Cinderella Man”, solo per citarne un paio. Messo dietro la macchina da presa, Considine decide di affrescare sullo schermo un dramma di solitudine estrema. Un grido di rabbia destinato a rimanere inaudito.
Joseph è un uomo problematico. Si incolpa della morte della moglie, avvenuta a causa del diabete; beve per riempire i vuoti del giorno; la notte si avventura in risse senza motivo. Una mattina, in cerca di redenzione, entra nel negozio di vestiti usati tenuto da una donna. Tra i due nasce uno strano affetto, ma Patrick ancora non conosce la storia della donna, legata a un uomo violento che la umilia in ogni modo…
Se cercate un film che possa incarnare l’espressione “cazzotto nello stomaco”, troverete in ”Tyrannosaur” di Paddy Considine ciò che fa per voi. E’ evidente quasi da subito che quello che ci si trova davanti è un dramma umano senza alcuna soluzione. E non è che Considine faccia molto per nasconderlo, anzi. Le scene di violenza rappresentano più che altro umiliazioni che i protagonisti del film sono costretti a subire senza mai (o quasi) reagire. Vedendo il film, cresce la rabbia e ci si lega a questa vicenda umana che vorrebbe aspirare a diventare storia di redenzione. La redenzione non arriva e Considine fa piovere sul bagnato quando, nel finale, calca la mano (forse pure troppo) distruggendo ogni possibilità di lieto fine. Proprio l’ultima parte del film appare un po’ forzata e potrà non convincere tutti. Molti, forse, la interpreteranno persino come un’inutile aggiunta, ma anche malgrado questa annotazione il film risulta riuscito e molto solido.
Infine, un grande Peter Mullan a prestare il volto al personaggio di Joseph, favorisce a rendere più autentica una pellicola che, in un modo o in un altro, finisce per ferire. Non è da tutti.
Diego Altobelli (10/2011)
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