Anno: 2011
Regia: Simon Curtis
Per “My week with Marilyn” possiamo contare, da spettatori, della stessa produzione che circa un anno fa ci regalò “Il discorso del Re”. Anche in questo caso abbiamo un’altra vicenda storica, l’incontro tra il giovane Colin Clark e Marilyn Monroe all’apice della carriera. Vicenda che ha ispirato il romanzo: “Il principe, la ballerina e me” scritto dallo stesso Clark.
Il giovane Colin ama il cinema, per questo pedina gli studi di produzione e finisce per bussare alla porta di Lawrence Olivier. Notato dall’attore e regista, Colin riesce a ottenere il lavoro da terzo assistente alla regia per il film “Il principe e la ballerina”, con la bellissima Marilyn Monroe. Il tempo passato con il cast sarà per lui molto formativo…
Il produttore e regista Simon Curtis, autore soprattutto di serial per la televisione, porta sul grande schermo una storia al tempo stesso toccante e avvincente. La storia vera del giovane Colin (poi scrittore di successo) e della settimana passata insieme al mito di Marilyn tocca le corde giuste nello spettatore. Merito non solo della buona sceneggiatura, rigorosa e attenta anche nel ricostruire il periodo storico e il mondo della Hollywood classica, uno strano mix tra cinismo e agitazione, ma anche della recitazione di Michelle Williams. L’ex protagonista della serie “Dawson’s Creek” interpreta Marilyn Monroe praticamente alla perfezione. Le movenze, le espressioni, i dilemmi dell’attrice più famosa di tutti i tempi sono catturati con precisione chirurgica dalla Williams: un vero e proprio stato di grazia.
Non da meno il resto del cast, a ogni modo, pieno di nomi altisonanti. Kenneth Branagh, Judi Dench, Julia Ormond, Dominic Cooper. Tutti, come si dice, “stanno al gioco” e contribuiscono a creare il giusto feeling con la trama.
Forse non così avvincente, e minato da una certa sensazione di aleatorietà di fondo, “My week with Marilyn” ha il merito di omaggiare Marilyn Monroe facendo emergere l’aspetto più vero, drammatico e solitario, dell’attrice divenuta leggenda. Il film insomma non cattura del tutto, ma la Williams incanta.
Diego Altobelli (11/2011)
Regia: Simon Curtis
Per “My week with Marilyn” possiamo contare, da spettatori, della stessa produzione che circa un anno fa ci regalò “Il discorso del Re”. Anche in questo caso abbiamo un’altra vicenda storica, l’incontro tra il giovane Colin Clark e Marilyn Monroe all’apice della carriera. Vicenda che ha ispirato il romanzo: “Il principe, la ballerina e me” scritto dallo stesso Clark.
Il giovane Colin ama il cinema, per questo pedina gli studi di produzione e finisce per bussare alla porta di Lawrence Olivier. Notato dall’attore e regista, Colin riesce a ottenere il lavoro da terzo assistente alla regia per il film “Il principe e la ballerina”, con la bellissima Marilyn Monroe. Il tempo passato con il cast sarà per lui molto formativo…
Il produttore e regista Simon Curtis, autore soprattutto di serial per la televisione, porta sul grande schermo una storia al tempo stesso toccante e avvincente. La storia vera del giovane Colin (poi scrittore di successo) e della settimana passata insieme al mito di Marilyn tocca le corde giuste nello spettatore. Merito non solo della buona sceneggiatura, rigorosa e attenta anche nel ricostruire il periodo storico e il mondo della Hollywood classica, uno strano mix tra cinismo e agitazione, ma anche della recitazione di Michelle Williams. L’ex protagonista della serie “Dawson’s Creek” interpreta Marilyn Monroe praticamente alla perfezione. Le movenze, le espressioni, i dilemmi dell’attrice più famosa di tutti i tempi sono catturati con precisione chirurgica dalla Williams: un vero e proprio stato di grazia.
Non da meno il resto del cast, a ogni modo, pieno di nomi altisonanti. Kenneth Branagh, Judi Dench, Julia Ormond, Dominic Cooper. Tutti, come si dice, “stanno al gioco” e contribuiscono a creare il giusto feeling con la trama.
Forse non così avvincente, e minato da una certa sensazione di aleatorietà di fondo, “My week with Marilyn” ha il merito di omaggiare Marilyn Monroe facendo emergere l’aspetto più vero, drammatico e solitario, dell’attrice divenuta leggenda. Il film insomma non cattura del tutto, ma la Williams incanta.
Diego Altobelli (11/2011)
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