mercoledì 23 luglio 2008

The Dark Knight

Anno: 2008
Regia: Christopher Nolan
Distribuzione: Warner Bros.

Bisogna partire da un assunto inoppugnabile: i film di Batman diretti da Christopher Nolan stanno al personaggio originale ideato da Bob Kane come le Graphic Novel stanno al fumetto seriale.
Essì, perché di questo sostanzialmente si tratta. Una riscrittura, più o meno fedele, delle origini del personaggio principale e dei suoi antagonisti. Capito questo, preso atto che quindi le due pellicole finora dirette da Nolan devono tutto a Graphic Novel come "Batman: Year One", "The long Halloween", "Arkham Asylum" e "The Dark Victory", anche stilisticamente - presentando un'opera dalla fotografia più cupa e votata al massimo realismo (per quello che un supereroe comunque permette...) - possiamo partire con la recensione.

Per fermare la malavita organizzata dilagante a Gotham City rappresentata dall'unione promiscua di più famiglie malavitose, l'ispettore Gordon unisce le proprie forze con il procuratore distrettuale Harvey Dent, vero e proprio simbolo della giustizia per i cittadini di Gotham. A loro si unisce Bruce Wayne, interessato anche a fermare un pazzo assassino che lascia carte di Jolly come biglietti da visita. Il criminale in questione si fa chiamare Joker ed è deciso, nel solo nome del Caos, a sovvertire l'ordine cittadino persino dichiarando guerra alla mafia stessa. Inizia un gioco psicologico tra buoni e cattivi votato al massacro, che porterà alla paranoia e al delirio l'intera città di Gotham...

Per realizzare "The Dark Knight" Christopher Nolan si affida alla nuova tecnica dell'I-Max (il cinema "profondo", presente purtroppo in poche sale in Italia - una al parco Oltremare per intenderci - e usata recentemente anche per il film "Shine a light" di Scorsese). Il risultato è di quelli epocali. Maggior nitidezza e risoluzione dell'immagine; migliore resa delle scene girate in esterni, anche grazie alla maggior "ampiezza" dello schermo; qualità audio superiore, permettendo un suono più avvolgente e un sincrono migliore. Tutte qualità queste, che rendono la pellicola di Nolan un punto di partenza per ricominciare a parlare di Cinema dei fumetti, e non solo.
Registicamente, invece, il regista di "The prestige" non delude. Prendendosi egoisticamente (e a tratti con un piglio leggermente folle) tutte le 2 ore e 40 minuti di girato, Nolan riesce a orchestrare sapientemente un vero e proprio balletto del caos.
Per le scene di azione, come le rapine, usa la steady cam (con un effetto simile a quello visto in "Point Break" della Bigelow), per le situazioni più stantie grandangoli, alternando primi piani a campi lunghi. Un lavoro talmente nitido nella realizzazione, da lasciare senza fiato.
E se la regia è così ben confezionata, buona parte del merito va anche alla sceneggiatura firmata dallo stesso Nolan insieme al fratello Jonathan. Difficilmente (per non dire mai) un film tratto da un fumetto è stato così preciso e puntuale nel descrivere personaggi e situazioni in modo tanto profondo quanto entusiasmante. Si assiste a una vera e propria escalation della follia che coinvolge indirettamente anche il pubblico in sala con i "giochetti" psicotici ideati dal Joker. Menti che vacillano sia sullo schermo - stiamo parlando di Batman, non del Joker! - sia in sala, portando lo spettatore a chiedersi se in fondo il cattivo di turno non abbia poi ragione... Capolavoro.

Infine, definire il cast azzeccato è un eufemismo. Se Bale, Oldman, Caine e Freeman aggiungono poco o niente a quanto già visto in "Batman Begins", Heat Ledger si prende il film come Joker farebbe con la città. Va detto che la sua parte non supera quella del divertito Nicholson nel film di Tim Burton, ma in qualche modo la reinterpreta (tornando al discorso fatto all'inizio sulle Graphic Novel) presentando un Joker volendo più realistico e a tratti persino commovente nella sua follia senza spiegazione. Sì, da Oscar.
Bell'interpretazione anche per Aaron Eckhart, con la sensazione di procedere in salita per tutta la durata del film; più debole quella della comunque brava Maggie Gyllenhaal, che sostituisce nel ruolo la Katie Holmes del primo.

Il "Cavaliere oscuro" del film è il Bene. Un bene sconfitto e succube dalla sua stessa paura di non essere accettato. Siamo naturalmente lontani, anni luce, dalle atmosfere scanzonate alla "Iron man", figlio di una mente solare come può essere quella di Stan Lee. Così come siamo distanti anche dalla cupezza vista nei film di Tim Burton. Nei film di Nolan non è la città a rendere Batman un personaggio cupo e solitario, ma il contrario. E' Batman stesso a portare Gotham a essere la città oscura che è. In qualche modo il personaggio dell'eroe (non supereroe, ma solo eroe) è la causa stessa del male dilagante per le strade, che sia questa rappresentata dal Joker o da un gruppo di persone che si travestono come Batman al fine di emularne le gesta. E da questo cortocircuito motivazionale nasce la follia di cui il Joker si serve più per dispetto che per piacere. Pazzia dettata dall'incapacità di prendere una decisione universalmente giusta, fare una scelta che porti la firma inconfondibile del Bene. In Batman non ci sono scelte giuste, solo dubbi e la sensazione che se qualche scelta è stata fatta (come quella di indossare una maschera e fare il giustiziere) forse è stata quella sbagliata.
Un film bellissimo sull’insana dualità dell’essere umano.
Nuovo punto di riferimento del genere.

Diego Altobelli (07/2008)