Anno: 2008Regia: Woody Allen
Distribuzione: Medusa
Vicky e Cristina sono due ottime amiche con idee molto diverse sui valori della vita. Vicky sta per sposare l’uomo che ha sempre voluto; Cristina, invece, è in una fase di transizione e di instabilità sia in amore che sul lavoro. L’occasione di mettere a fuoco le reciproche priorità arriva una estate, quando possono trascorrere un paio di mesi a Barcellona. Lì, le ragazze conoscono Juan Antonio, un artista con alle spalle un matrimonio finito…
Quando Woody Allen torna a girare un film genera sempre pareri contrastanti. Accadde per il profondo “Match Point”, e si ripeté con il leggero “Scoop” e con l’ambiguo “Cassandra’s dream”. Anche in questo caso, con “Vicky Cristina Barcellona” Woody Allen presenta un film non semplice e caratterizzato da molteplici sfaccettature, sia visive che narrative.Visivamente parlando Allen mette in mostra tutta la sua passione per la pittura, la scultura, la musica e l’Arte in generale, quasi a voler toccare ogni sua forma d’espressione. I personaggi si muovono tra le bellezze artistiche della Spagna, al ritmo delle malinconiche note di chitarre catalane, e assaporando i gusti della tavola spagnola. In questo scenario di “piaceri”, il regista parla dell’Amore: per la vita, in primo luogo, ma anche per l’innamoramento e la passione carnale.
Arte e amore, quindi, un dualismo che fa somigliare il film ad un affascinante e riuscito affresco bucolico, descritto da una voce narrante calda ma distaccata come l’occhio del regista.
Brave le attrici con una grande Penelope Cruz al suo meglio. La Johansson si lascia ammirare, come al solito, oltre che dal pubblico anche da un tenebroso e convincente Javier Bardem. I momenti in cui quest’ultimo duetta con la Cruz, rimangono comunque i più divertenti della pellicola.Diego Altobelli (10/2008)

Inutile dire che ci troviamo di fronte un altra opera complessa e assai "adulta" targata Pixar: questa volta però, l'aggettivo di "capolavoro" è solo sfiorato. L'assunto di partenza ha del poetico, un robot che smaltisce la "nostra" spazzatura è l'unico sopravvissuto sul pianeta Terra. La regia di Andrew Stanton, premio Oscar per "Alla ricerca di Nemo", decide di omaggiare la Fantascienza con trenta minuti iniziali che mozzano letteralmente il fiato. Il coraggio di mostrare nel quasi assoluto silenzio (interrotto solo da fonemi metallici di Wall-E) il futuro della Terra, lascia sconcertati e rapisce lo spettatore che non solo si affezziona al personaggio, ma prova per lui una gran pena e, quasi, vergogna.
Anno: 2008

