
Regia: Sean McNamara
Distribuzione: Eagle Pictures
Dai giocattoli al cinema il passo è stato breve. Le "Bratz", note versioni fashion, griffate e glamour delle antiquate e soporifere Barbie solcano il grande schermo alla ricerca del successo, della bellezza, e dell’amicizia. Indossate le scarpe dai tacchi vertiginosi, spalmato l’ultimo lucidalabbra brillante Max Factor, indossato anche l’ultimo accessorio: magari cinta finta pelle rosa shocking, forse cappellino di brillantini firmato Prada, o più probabilmente serie di braccialetti ampi da ballare aritmicamente sul polso decorato con unghie finte in smalto viola spento; dunque, le quattro amiche sono pronte per la vita.
Ecco le "Bratz", prima bambole, ora ragazzine appena sedicenni stordite da moda e tv, ma con l’intento, sincero, di rimanere amiche per sempre, malgrado i circoli del liceo, le etichette della società, la famiglia, e la televisione...

Abbiamo una divisione studentesca degna del miglior lager nazista, dove ogni ragazzo è etichettato e inserito in un preciso contesto di compagnia (dai simpatici "disco-rinco" vestiti anni Settanta, ai geni della matematica, fino alle più inflazionate e sempre ammirate cheerleader); abbiamo un’attenzione alla moda e a ciò che viene mostrato vista solo in certe sfilate di grandi stilisti; c’è la televisione, in cui regna incontrastata la regina MTV con il suo programma sulle feste di compleanno delle sedicenni; e poi i telefonini che riprendono tutto meglio di una telecamera; la musica ad alto volume; e il liceo, soprattutto luogo di incontro per socializzare e farsi un nome, più che come luogo di studio e formazione culturale.

Per il resto è roba da ragazzine un pò rimbambite, e ragazzini confusi: anni difficili, i loro, a cui questo film non farà forse nemmeno troppo bene. Però, va detto, "Bratz" è costruito per quegli stessi ragazzini e ragazzine e sul mondo che vivono, mostrandolo in modo praticamente perfetto.
Diego Altobelli (06/2008)
estratto da http://filmup.leonardo.it/bratz.htm