venerdì 15 gennaio 2010

Avatar

Anno: 2010
Regia: James Cameron
Distribuzione: 20th Century Fox

Ideale punto di arrivo per poter azzerare tutto e ricominciare a parlare di cinema. E’ Avatar firmato da James Cameron che, dopo una gestazione durata quindici anni e con un budget di oltre 400 milioni di dollari, ci presenta il futuro.

2154. La RDA, una compagnia terrestre interplanetaria, è intenzionata a prelevare le ricchezze minerarie da Pandora, un pianeta molto simile alla Terra. Su Pandora vivono i Na’vi, popolazione dalla pelle blu a metà strada tra l’umanoide e il felino. Per convincere i Na’vi a lasciare posto alle scavatrici della RDA, vengono inviati degli Avatar: creature nate in laboratorio e controllate empaticamente da esseri umani. Ma è così che Jake Sully, un ex marine costretto sulla sedia a rotelle, finirà per legarsi ai nativi di Pandora …

Il soggetto nasce nel 1995. All’epoca un film della portata di Avatar non era neppure concepibile e Cameron decise saggiamente di dedicarsi al ben più concreto Titanic. Quindici anni dopo, Avatar è già leggenda, con un incasso che ha superato i 600 milioni di dollari nel mondo solo nel primo weekend.

James Cameron rilancia con Avatar le sue ossessioni autoriali. Ovvero ritorna alla fantascienza e all’inversione dei punti di vista. Ciò che interessa a Cameron, come fu in Terminator 2: Il giorno del giudizio, in The Abyss e in Aliens: scontro finale, è l’immedesimazione nell’altro. Che sia questo un alieno, un mostro degli abissi o un cyborg venuto dal futuro. In questo caso per James Cameron l’altro è il nativo di un pianeta sotto assedio. Per comprendere i suoi sentimenti, il regista sfrutta l’idea originale dell’avatar (un simulacro creato mischiando due DNA) che, in fondo, è lo spettatore stesso. E l’immedesimazione, anche grazie alla tecnologia 3D e agli schermi I-Max, è totale. Comprendere pero' un film come Avatar esulando da queste due “applicazioni” è deviante quanto, forse, impossibile. Perche' James Cameron ha costruito il film su uno scheletro tecnologico, e non narrativo. Ne esce una trama che certamente richiama molti kolossal del passato (facendo storcere il naso a chi ha fame di “originalità”), ma che riesce a rinnovarne la morale grazie a un epilogo coerente con gli intenti di partenza. Per Cameron non basta conoscere "gli altri" per capire cio' che provano, ma bisogna necessariamente farne parte.

Buoni gli interpreti, con il ritorno di una Sigourney Weaver convincente sia da umana che da avatar; un giovane e promettente Sam Worthington, e un Stephen Lang che tratteggia con l’accetta un nemico che non si dimentica.

Diego Altobelli (01/2010)
estratto da http://www.tempimoderni.com/db/dbfilm/film.php?id=2143