martedì 14 giugno 2011

Il ventaglio segreto

Anno: 2011
Regia: Wayne Wang
Distribuzione: Eagle Pictures

Wayne Wang è regista di Hong Kong trapiantato a Hollywood dopo una carriera prolifera in patria. Oltre una quindicina i film al suo attivo, tra cui i più famosi sicuramente “Smoke” e “Blue in the face” (entrambi del 1995, che gli valsero notorietà e un Orso d’Argento a Berlino) divenuti poi di culto. Lo ritroviamo a Hollywood nuovamente per “Un amore a cinque stelle” (2002), pellicola su misura per Jennifer Lopez, all’epoca sulla cresta dell’onda; e per “L’ultima vacanza” (2007), con la strana coppia Queen Latifah e Gerard Depardieu. Torna in patria dove realizza un altro paio di film e quindi rieccolo, con una pellicola di quelle impegnate - e impegnative - sullo sfondo di una Shanghai divisa tra modernità e tradizione.

Tratto dal romanzo “Fiore di neve e il ventaglio segreto” di Lisa See, la trasposizione cinematografica segue l’alterna vicenda di due coppie di amiche: laotong, ovvero sorelle giurate. Alla vicenda di Nina e Sophia, ambientata nei giorni nostri, fa da contraltare quella di Fiore di Neve e Lily, due ragazze vissute alla fine del XIX secolo ai tempi delle rivolte Taiping. Sono storie di amore profondo e reciproco rispetto...

Suggestivo e appassionante, e con una inquadratura finale che da sola vale tutta la pellicola, “Il ventaglio segreto” riesce, malgrado una partenza decisamente diesel, a conquistarsi il coinvolgimento del pubblico. E nell’impresa, affatto scontata, giocano a suo favore due o tre elementi forse pure casuali. Il primo è sicuramente l’idea – tutta letteraria, e vincente – dei messaggi segreti lasciati sulle pieghe dei ventagli in una Cina in tumulto alla fine del XIX secolo. Il secondo elemento sono le musiche, sempre avvolgenti e puntuali, realizzate dalla compositrice inglese Rachel Portman, premio Oscar per “Emma” nel 1996. Infine il terzo elemento è la partecipazione di Hugh Jackman, che grazie al suo talento istrionico (qui lo vediamo persino cantare in cinese!) riesce a dare al film quella spinta in più che fino a quel momento effettivamente mancava. Wayne Wang d’altro canto ce la mette tutta a non perdere il filo del discorso (inizialmente un po’ vago) e finisce per realizzare una pellicola che va in crescendo di emozioni come di motivazioni. E il ventaglio segreto del titolo, infine, diventa un ideale scettro, il passaggio di consegna non solo tra le due coppie di amiche, ma anche tra le due epoche che le separano. La Shanghai di ieri è ancora quella di oggi, vuole dirci Wayne Wang, basta solo saper leggere tra le pieghe del tempo.

Diego Altobelli (06/2011)