venerdì 28 settembre 2007

Il buio nell'anima

Anno: 2007
Regia: Neil Jordan
Distribuzione: Warner Bros.

Neil Jordan torna dietro la macchina da presa con un film forte e di grande impatto emotivo. Dipinge una New York (ma potrebbe essere una qualunque altra metropoli) disperata quanto desolante; alterna video realizzati amatorialmente (quello girato da dei teppisti con un cellulare), alla sua visione di cinema; racconta le gesta di una donna che diviene ombra di quello che era, elevandosi semmai a specchio di un'intera generazione; e descrive infine la totale mancanza di fiducia della popolazione americana verso il proprio governo.
E’ una regia urlata quella di Jordan, attraverso l'associazione di morte e sesso e di omicidi e silenzi, affiancata da una sceneggiatura da premio Oscar caratterizzata da dialoghi (esemplificati nei monologhi della protagonista) che penetrano nella carne dello spettatore spingendolo, volente o nolente, a riflettere.

E se pure accettiamo di buon grado l'opinione del regista che con forza afferma la totale estraneità della pellicola a quanto accaduto dopo l'undici settembre in America e nel Mondo, è altresì impossibile non constatare come "Il buio nell'anima" non sia altro che un film "figlio" di questi tempi. Non solo la vendetta come tema principale della trama difatti, ma anche la paura del diverso, il problema della giustizia, il controllo sull'uomo. Neil Jordan tocca tutti questi temi e vi affonda le mani fino a toccarne le viscere, sporcandosi e rimanendone perdutamente invischiato. Motivo questo che lo porta a un finale mozzafiato che trova, nell’incapacità del regista di prendere una posizione, un risultato quasi grottesco.

Jodie Foster interpreta (magistralmente) un personaggio vendicativo e disperato nel quale ogni spettatore si rispecchia, premendo con lei il grilletto e lasciandosi andare all'oblio.
Eccellente.

Diego Altobelli (09/2007)
estratto da http://www.tempimoderni.com/db/dbfilm/film.php?id=1740

Hairspray

Anno: 2007
Regia: Adam Shankman
Distribuzione: Moviemax

Regia un poco impacciata, firmata dal bravissimo coreografo Adam Shankman, per un musical di grande trasporto. "Hairspray" giunge nelle sale cinematografiche dopo aver calcato le scene di Broodway ed essersi imposto con altre due incarnazioni: la prima cinematografica del 1988, diretto da John Waters; la seconda teatrale del 2002, vincitrice di otto Tony Awards tra cui Miglior Musical e Miglior Colonna Sonora Originale. Questa versione cinematografica mantiene intatto lo spirito dell’opera, solare e energica, e può vantare un cast affiatato e divertito.Bravi infatti i vari e le varie Michelle Pfeiffer, Christopher Walken e Queen Latifah; impressiona invece la trasformazione di John Travolta nei panni della grassa Edna, madre di Tracy. Con precedenti illustri come Jack Lemmon, Dustin Hoffman e Robin Williams, la sua interpretazione assicura due ore di divertimento e il suo nome si aggiunge alla lista di attori che hanno vestito panni femminili nel Cinema.I costumi sono invece affidati alla mano esperta di Rita Ryack, la stessa costumista de “Il Grinch”, pellicola con cui ricevette la meritata candidatura agli Oscar.

Al film di Shenkman (produttore tra l’altro di “Premonition” con Sandra Bullock, uscito da poco nelle sale) si rimprovera quindi solo una regia non proprio attenta, più concentrata sulle coreografie e i campi lunghi che sull’amalgamazione tra musiche e scene. Ma a parte questo la pellicola è da considerarsi davvero efficace. Supportata, oltre che dal cast, anche dalle buone intenzioni di una trama anti-razzista e protesa all'apertura mentale.

Diego Altobelli (09/2007)

lunedì 24 settembre 2007

28 settimane dopo

Anno: 2007
Regia: Juan Carlos Fresnadillo
Distribuzione: 20th Century Fox

L’Inghilterra sembra essersi liberata dal virus della Rabbia che ha condotto all’estinzione e poi all’esilio la propria popolazione. Ma proprio quando la vita comincia a riorganizzarsi con l’aiuto delle forze militari statunitensi, il virus viene ancora, involontariamente, sprigionato...

Con ogni probabilità la migliore alternativa ai "film sugli zombie" mai concepita, e sicuramente un film apocalittico di grande impatto visivo. Seguito di “28 giorni dopo”, film diretto da Danny Boyle nel 2002, la nuova pellicola di Juan Carlos Fresnadillo evita di trattare i sottotesti politici del regista londinese per concentrarsi in modo entusiastico sulla trama in sé. Si avvale della “steadycam” per descrivere la sensazione della Rabbia, ma inciampa qua e là nella sceneggiatura, soprattutto quando gli viene richiesto di indagare nelle trame dei protagonisti. Poco male, comunque, anche grazie alle bellissime musiche di John Murphy “28 settimane dopo” risulta essere una pellicola ispirata, e a tratti perfino più avvincente del primo capitolo.

La Londra deserta e apocalittica è ancora evocativa, le forze americane volute a ripristinarne l’ordine sono nuovamente incapaci, lo splatter è a livelli massimi, e la disperazione dei personaggi diviene subito palpabile grazie a un inizio travolgente. “28 settimane dopo” rinvigorisce lo script originale e alimenta il fascino di questa saga: ispirata e tesa.

Diego Altobelli (09/2007)