Giunti al quarto capitolo Saw IV non intende cedere alla stanchezza del soggetto o alla mancanza di idee. Merito in realtà del primo episodio della serie, quel “Saw – L’enigmista” uscito nel 2004 e che aveva dalla sua parecchi spunti interessanti. Innanzitutto il plot di partenza, costruito su vari sadici enigmi che via via mostravano un disegno più ampio; poi il killer, un sociopatico malato terminale di cancro che uccide e fa del male solo ad altri criminali; e un finale, a sorpresa, degno di essere ricordato. Da quella pellicola, diretta da James Wan, questo quarto episodio riprende lo stesso cast, che nel frattempo è cresciuto e ha approfondito i suoi personaggi, e la stessa struttura narrativa, diventando molto, ma molto più complicata.
Jigsaw e la sua assistente sono morti. Malgrado la certezza di questa affermazione, il disegno dell’enigmista continua a mietere vittime. La sua eredità di sangue infatti verrà presa da ignari poliziotti e criminali che, volenti o nolenti, si ritrovano imprigionati nel delirio omicida di Jigsaw...
Da quando uscì il secondo capitolo si ebbe subito la sensazione che il nuovo regista Darren Lynn Bousman avrebbe trasformato la saga di “Saw” in qualcosa di diverso rispetto ai numerosi film splatter che inondano di sangue ogni anno i cinema di tutto il mondo. La grande differenza che c’è tra “Saw” e tutti gli altri film del genere è la sua natura da serial televisivo, tale che per chi non ha visto i precedenti capitoli, pur essendo appassionato di horror, difficilmente capirà qualcosa della trama di “Saw IV”. Nuova prospettiva di un genere quindi, e questo è il suo maggior pregio.
Purtroppo però le lacune di regia, davvero troppo ingarbugliata tra delitti sanguinolenti e tentativi di impedirli, si fanno sentire parecchio. Unita a una recitazione per nulla entusiasmante ecco che “Saw IV” mostra il fianco relegandosi ai meri appassionati della saga.
Anche il colpo di scena finale, collegato strettamente al terzo capitolo, non convince. L’idea di ambientare il film in un arco temporale parallelo al precedente episodio è interessante. Peccato che saranno pochi quelli che lo capiranno.
Diego Altobelli (04/2008)
estratto da http://www.tempimoderni.com/
Jigsaw e la sua assistente sono morti. Malgrado la certezza di questa affermazione, il disegno dell’enigmista continua a mietere vittime. La sua eredità di sangue infatti verrà presa da ignari poliziotti e criminali che, volenti o nolenti, si ritrovano imprigionati nel delirio omicida di Jigsaw...
Da quando uscì il secondo capitolo si ebbe subito la sensazione che il nuovo regista Darren Lynn Bousman avrebbe trasformato la saga di “Saw” in qualcosa di diverso rispetto ai numerosi film splatter che inondano di sangue ogni anno i cinema di tutto il mondo. La grande differenza che c’è tra “Saw” e tutti gli altri film del genere è la sua natura da serial televisivo, tale che per chi non ha visto i precedenti capitoli, pur essendo appassionato di horror, difficilmente capirà qualcosa della trama di “Saw IV”. Nuova prospettiva di un genere quindi, e questo è il suo maggior pregio.
Purtroppo però le lacune di regia, davvero troppo ingarbugliata tra delitti sanguinolenti e tentativi di impedirli, si fanno sentire parecchio. Unita a una recitazione per nulla entusiasmante ecco che “Saw IV” mostra il fianco relegandosi ai meri appassionati della saga.
Anche il colpo di scena finale, collegato strettamente al terzo capitolo, non convince. L’idea di ambientare il film in un arco temporale parallelo al precedente episodio è interessante. Peccato che saranno pochi quelli che lo capiranno.
Diego Altobelli (04/2008)
estratto da http://www.tempimoderni.com/