Regia: Chan-wook Prk
Distribuzione: Lucky Red
Dae-su, un uomo qualunque e un pò chiacchierone, viene liberato improvvisamente dopo quindici lunghi anni di prigionia forzata. In tutto questo periodo non è riuscito a carpire nessun tipo d'informazione. Non sa chi e perchè lo ha imprigionato, non sa neppure dove si trovasse esattamente mentre era lì. Conosceva solo il lugubre monolocale in cui era rinchiuso e i loschi esperimenti allucinogeni che facevano su di lui. Una volta fuori, incapace di riprendere normalmente la vita, ha un solo scopo: trovare il suo carnefice e fargliela pagare. Ad ogni costo.
Questa, in estrema sintesi, la trama del film OldBoy, pellicola tratta da un fumetto di discreto successo in terra nipponica, e diretta dal regista coreanoChan-wook Park. Con OldBoy, Park regala al pubblico e al cinema un piccolo gioiello narrativo. Il film non solo affascina grazie ad un soggetto intrigante e pieno di segrete rivelazioni, ma risulta diretto alla perfezione dallo stesso Chan-wook Park, che riesce a dosare saggiamente ritmi incalzanti a temi riflessivi e per nulla semplici. La violenza che si vede in OldBoy, che tanto ha fatto parlare di sé, è frutto di una chiusura forzata, chiusura che il protagonista ha anche nei confronti della memoria.
Qui il tema del ricordo, cancellato o rimosso, è usato per scatenare una serie di eventi che lasciano letteralmente a bocca aperta. Ma quando alla fine ogni tassello viene messo, senza forzature di trama, al proprio posto, allora ci si rende conto della vera forza del film: la capacità di divenire parabola, disperato messaggio universale di speranza. Tecnicamente il film si distingue sotto ogni aspetto: musiche evocative e drammatiche; recitazione intensa e piena di una forza curiosamente nostalgica; montaggio degno di un John Woo "d'annata"; e regia, memorabile a tal proposito la scena del combattimento in corridoio composta da una semplice carrellata orizzontale, davvero da "storia del cinema".
OldBoy è quindi un film completo: un esempio raro di come un film composto per buona parte di azione e violenza, apparentemente fine a se stessa, possa divenire qualcosa di notevolmente più complesso.
Diego Altobelli (11/2004)
estratto da http://www.tempimoderni.com/db/dbfilm/film.php?id=1293
Distribuzione: Lucky Red
Dae-su, un uomo qualunque e un pò chiacchierone, viene liberato improvvisamente dopo quindici lunghi anni di prigionia forzata. In tutto questo periodo non è riuscito a carpire nessun tipo d'informazione. Non sa chi e perchè lo ha imprigionato, non sa neppure dove si trovasse esattamente mentre era lì. Conosceva solo il lugubre monolocale in cui era rinchiuso e i loschi esperimenti allucinogeni che facevano su di lui. Una volta fuori, incapace di riprendere normalmente la vita, ha un solo scopo: trovare il suo carnefice e fargliela pagare. Ad ogni costo.
Questa, in estrema sintesi, la trama del film OldBoy, pellicola tratta da un fumetto di discreto successo in terra nipponica, e diretta dal regista coreanoChan-wook Park. Con OldBoy, Park regala al pubblico e al cinema un piccolo gioiello narrativo. Il film non solo affascina grazie ad un soggetto intrigante e pieno di segrete rivelazioni, ma risulta diretto alla perfezione dallo stesso Chan-wook Park, che riesce a dosare saggiamente ritmi incalzanti a temi riflessivi e per nulla semplici. La violenza che si vede in OldBoy, che tanto ha fatto parlare di sé, è frutto di una chiusura forzata, chiusura che il protagonista ha anche nei confronti della memoria.
Qui il tema del ricordo, cancellato o rimosso, è usato per scatenare una serie di eventi che lasciano letteralmente a bocca aperta. Ma quando alla fine ogni tassello viene messo, senza forzature di trama, al proprio posto, allora ci si rende conto della vera forza del film: la capacità di divenire parabola, disperato messaggio universale di speranza. Tecnicamente il film si distingue sotto ogni aspetto: musiche evocative e drammatiche; recitazione intensa e piena di una forza curiosamente nostalgica; montaggio degno di un John Woo "d'annata"; e regia, memorabile a tal proposito la scena del combattimento in corridoio composta da una semplice carrellata orizzontale, davvero da "storia del cinema".OldBoy è quindi un film completo: un esempio raro di come un film composto per buona parte di azione e violenza, apparentemente fine a se stessa, possa divenire qualcosa di notevolmente più complesso.
Diego Altobelli (11/2004)
estratto da http://www.tempimoderni.com/db/dbfilm/film.php?id=1293

Anno: 2005





2012








Anno: 2002



Alla guida del drago Saphira, doppiato (senza pathos) da Ilaria D'Amico, troviamo il diciottenne Ed Speelers, al suo debutto davanti una cinepresa. Ragazzino che, pur non avendo un viso propriamente interessante, si dà fare come può e alla fine riesce pure ad affezionare il pubblico generalmente perplesso in sala. La sua interpretazione, lungi dall'essere convincente, lascia comunque ben sperare nel possibile seguito che sarà realizzato presto. Il film infatti non finisce, lasciando un finale molto aperto. Ridateci Frodo e il suo anello...
Anno: 2006
Il cast è di quelli da considerare "interessante": Kurt Russel non brilla di luce propria, ma si avverte un certo impegno e dovere nel farsi carico di reggere, sulle spalle proprie, la pellicola; al suo fianco la piccola Dakota è da confermarsi "odiosamente adorabile", un astro in continua ascesa; Elisabeth Shue e Kriss Kristofferson, quest'ultimo famoso per la trilogia di "Blade", si limitano invece a fare la loro parte, non c'è grande partecipazione, ma risultano comunque gradevoli. Sognanti.





