Anno: 2007Regia: Tim Story
Distribuzione: 20th Century Fox
Tim Story torna alla guida del quartetto di supereroi più famoso dei fumetti: i Fantastici quattro. Questa volta affiancati sia nel titolo che nella trama da un altro pezzo da novanta dei fumetti “marvelliani”, ovvero Silver Surfer.
Il pianeta Terra è sconvolto da una serie di cataclismi naturali che ne minano l'equilibrio atmosferico. Reed Richards, messo al corrente dal governo nel bel mezzo dei preparativi al suo matrimonio con Sue, indaga sui fenomeni rintracciandone le cause in un uomo fatto d'argento che vola su una tavola da surf. Unire le forze con l'aricnemico Dr. Doom al fine di sconfiggere l'alieno, sarà solo il preludio a una battaglia molto più grande...
Il primo capitolo dei Fantastici quattro, pur presentando una trama piuttosto superficiale, una recitazione televisiva e una regia adeguata alla mediocrità generale, riusciva a salvarsi "in corner" suggerendo la possibilità che, tutto sommato, si potesse trattare di un film preparatorio, una sorta di "prova generale" per un successivo, migliore, capitolo della saga (un pò come era avvenuto per gli X-men di Bryan Singer...). Questa volta quindi Tim Story non ha scuse, e purtroppo il suo "Fantastici quattro e Silver Surfer" è un film che, come era avvenuto per il primo capitolo, finisce per lasciare l'amaro in bocca. Dialoghi stantii, intesi a dar ritmo a una trama che, malgrado le premesse, risulta profondamente statica; caratterizzazioni dei personaggi ancora, come nel film precedente, superficiali e volte sia a ridicolizzare le stesse situazoni vissute dai protagonisti, che a dar luce alla bella Alba (ancora una volta nuda, ma invisibile...); ma soprattutto è la sensazione di una generale mancanza di fiducia nei riguardi della trama a rendere piatta l'emozione vissuta dallo spettatore. Un soggetto che poteva essere più che interessante, con l'introduzione cinematografica dell'icona della pop art anni '70, il carismatico Silver Surfer (a cui stanno preparando un prequel incentrato sulle sue disavventure galattiche), ma che invece si risolve in uno scontro nemmeno troppo convinto tra i quattro e il Dr. Doom in versione doppiogiochista.
Inoltre, e questo va sottolineato a onor del giusto, si assiste all'uccisione narrativa di uno dei più imponenti personaggi dell'universo Marvel : il leggendario Galactus. Qui relegato a una breve apparizione negli ultimi dieci minuti di pellicola, il colossale "Divoratore di Mondi" viene introdotto (sotto forma di una inusuale nube cosmica nera, modello nuvola "fantozziana"...) per poi essere ucciso poco dopo dallo suo stesso araldo, il redivivo Silver Surfer. Peccato: siappiamo tutti che un personaggio di sì fattezze avrebbe dovuto godere di ben altro trattamento. E invece Tim Story butta via un bel soggetto per rincorrere, ma alla cieca, una spettacolarizzazione che, con solo due scene d'azione in tutto il film, pare non avvenire mai.
"Fantastici quattro e Silver Surfer", quindi, fa ancora sperare in un sequel migliore: qualcuno potrà considerarlo divertente, altri persino migliore del primo, ma in tutti rimarrà la sensazione che si poteva fare di più, molto di più...
Diego Altobelli (06/2007)
Distribuzione: 20th Century Fox
Tim Story torna alla guida del quartetto di supereroi più famoso dei fumetti: i Fantastici quattro. Questa volta affiancati sia nel titolo che nella trama da un altro pezzo da novanta dei fumetti “marvelliani”, ovvero Silver Surfer.
Il pianeta Terra è sconvolto da una serie di cataclismi naturali che ne minano l'equilibrio atmosferico. Reed Richards, messo al corrente dal governo nel bel mezzo dei preparativi al suo matrimonio con Sue, indaga sui fenomeni rintracciandone le cause in un uomo fatto d'argento che vola su una tavola da surf. Unire le forze con l'aricnemico Dr. Doom al fine di sconfiggere l'alieno, sarà solo il preludio a una battaglia molto più grande...
Il primo capitolo dei Fantastici quattro, pur presentando una trama piuttosto superficiale, una recitazione televisiva e una regia adeguata alla mediocrità generale, riusciva a salvarsi "in corner" suggerendo la possibilità che, tutto sommato, si potesse trattare di un film preparatorio, una sorta di "prova generale" per un successivo, migliore, capitolo della saga (un pò come era avvenuto per gli X-men di Bryan Singer...). Questa volta quindi Tim Story non ha scuse, e purtroppo il suo "Fantastici quattro e Silver Surfer" è un film che, come era avvenuto per il primo capitolo, finisce per lasciare l'amaro in bocca. Dialoghi stantii, intesi a dar ritmo a una trama che, malgrado le premesse, risulta profondamente statica; caratterizzazioni dei personaggi ancora, come nel film precedente, superficiali e volte sia a ridicolizzare le stesse situazoni vissute dai protagonisti, che a dar luce alla bella Alba (ancora una volta nuda, ma invisibile...); ma soprattutto è la sensazione di una generale mancanza di fiducia nei riguardi della trama a rendere piatta l'emozione vissuta dallo spettatore. Un soggetto che poteva essere più che interessante, con l'introduzione cinematografica dell'icona della pop art anni '70, il carismatico Silver Surfer (a cui stanno preparando un prequel incentrato sulle sue disavventure galattiche), ma che invece si risolve in uno scontro nemmeno troppo convinto tra i quattro e il Dr. Doom in versione doppiogiochista.
Inoltre, e questo va sottolineato a onor del giusto, si assiste all'uccisione narrativa di uno dei più imponenti personaggi dell'universo Marvel : il leggendario Galactus. Qui relegato a una breve apparizione negli ultimi dieci minuti di pellicola, il colossale "Divoratore di Mondi" viene introdotto (sotto forma di una inusuale nube cosmica nera, modello nuvola "fantozziana"...) per poi essere ucciso poco dopo dallo suo stesso araldo, il redivivo Silver Surfer. Peccato: siappiamo tutti che un personaggio di sì fattezze avrebbe dovuto godere di ben altro trattamento. E invece Tim Story butta via un bel soggetto per rincorrere, ma alla cieca, una spettacolarizzazione che, con solo due scene d'azione in tutto il film, pare non avvenire mai."Fantastici quattro e Silver Surfer", quindi, fa ancora sperare in un sequel migliore: qualcuno potrà considerarlo divertente, altri persino migliore del primo, ma in tutti rimarrà la sensazione che si poteva fare di più, molto di più...
Diego Altobelli (06/2007)





Anno: 1979
Ma “Lupin III – il castello di Cagliostro” non è solo uno dei tanti film ben riusciti incentrati sulle disavventure del personaggio di Lupin. Quella di Miyazaki è soprattutto una pellicola che attinge alla natura stessa dell’autore, già all’epoca limpido, coerente e efficace nel rispettare quelli che poi sarebbero divenuti i segni distintivi del suo Cinema. Le ambientazioni naturali, ma labirintiche; le fughe liberatorie, a “perdifiato”; i protagonisti virtualmente invulnerabili, ma spesso doppiogiochisti; e caratterizzazioni ottimistiche dettate dalla giustezza degli intenti personali, ma volti a convincimenti “socialisti”. Tutti questi elementi, all’epoca della sua prima proiezione, grezzi eppure vividi come diamanti, sono presenti in “Lupin III – il castello di Cagliostro”: un film che, secondo la leggenda, quando fu trasmesso a Cannes nel 1979, fece alzare in piedi un giovane Steven Spielberg in un lungo applauso di ammirazione.
