venerdì 16 gennaio 2009

Australia

Anno: 2008
Regia: Buz Luhrmann
Distribuzione: 20th Century Fox

Film - epopea lunghissimo: centoquaranta minuti densi di avvenimenti e situazioni drammatiche. E’ "Australia", del regista Buz Luhrmann, già apprezzato per il visionario "Romeo + Giulietta" e soprattutto per il musical "Moulin Rouge".
Durante la seconda guerra mondiale Lady Sarah Ashley deve tornare in Australia per vendere la villa dove è deceduto il marito. Lì incontra un rude mandriano disposto a scortare le 1500 vacche della tenuta fino al porto, dove potranno venderle per salvare la proprietà. Il tragitto sarà lungo e porterà i due a diventare una "famiglia", non senza essere passati attraverso il bombardamento giapponese della città di Darwin...
"Australia" è un colossal d’altri tempi, pieno di rimandi visivi e narrativi a film del passato. Si va infatti dal classico "Via col vento", fino al "Moulin Rouge" dello stesso Luhrmann, passando per il recente "Pearl Harbor". Il risultato è un film ambizioso, intenso e pregno di elementi positivi. Tra questi spicca certamente la fotografia ad opera di Mandy Walzer, che rende veri e propri quadri i paesaggi ripresi da Luhrmann. I colori accesi e i suggestivi campi lunghi, comunque, fanno solo da cornice a una trama articolata e avvincente, soprattutto per quanto riguarda la prima lunga parte, che potremmo definire in stile western.Poi, invero, si va un pò scemando, causa anche la stanchezza che fa capitolino nello spettatore. Il problema di "Australia" infatti è da rintracciarsi nella sceneggiatura: articolata, sì, ma poco lubrificata sul piano della continuità. Così, mentre la prima parte risulta coerente con gli iniziali presupposti narrativi, la seconda si dilunga troppo articolandosi in un modo che appare un pò forzato.
Ottimi gli interpreti australiani Nicole Kidman e Hugh Jackman: entrambi vigorosi nel rappresentare il tema portante della pellicola, ovvero le "generazioni perdute". Così erano chiamate in Australia, infatti, le generazioni di mulatti che venivano allontanati, con forza, dalla propria terra e dalla propria famiglia. Un tema scottante che nel film di Luhnrman viene affrontato con lucidità e partecipazione. Anche grazie al motivo musicale "Somewhere over the rainbow", tratto da "Il mago di Oz", che dona alla pellicola un’atmosfera romantica e sognante.
Più che un colossal, un vero polpettone questo “Australia” diretto dal regista di “Romeo+Giulietta” e “Moulin Rouge” Buz Lurhmann. Concepito inizialmente per essere il primo di una trilogia, salvo poi fare marcia indietro e sfornare una versione forse troppo lunga per essere apprezzata davvero, Australia risulta come un insieme raffazzonato e non omogeneo di varie idee e intuizioni.
Nell’Australia del 1939 i due protagonisti Kidman – Jackman, lei un’aristocratica lui un mandriano, si ritrovano insieme “per forza” nello scortare le vacche della vedova verso il porto di Darwin, dove poterle imbarcare per venderle. Le cose si complicano quando una fattoria concorrente a quella della donna decide di fare lo stesso. La guerra e l’attacco dei giapponesi, comunque, rimetterà tutto in discussione…
Un film che o si ama o si odia. A chi lo trova troppo prolisso, si potrebbe obiettare la complessità della trama; a chi invece vi trova troppi spunti narrativi, si potrebbe obiettare che sia proprio quello il “bello” di una produzione del genere. La verità, come spesso accade, è nel mezzo. Troppo fumettistica la prima parte in stile “western mandriano”; troppo seria e retorica la seconda in stile “Pearl Harbor” all’australiana. All’ “Australia” di Luhrmann manca quindi omogeneità narrativa. E’ vero che i colossal tipo “Via col vento” (tanto per citare un capolavoro a caso) hanno trame che si evolvono in lassi temporali tanto dilatati quanto diluiti, ma la trama non sfugge mai dal retaggio della pellicola risultando sempre continuativa. Cosa che nel film di Luhrmann, purtroppo, non accade.
Comunque, bella la fotografia di Mandy Walker e bravi gli attori protagonisti, ma c’era da aspettarselo. Sulla scelta del tema musicale “Over the Rainbow” tratto dal celebre premio Oscar “Mago di Oz”, invece, abbiamo qualche perplessità.

Diego Altobelli (01/2009)