Regia: Michel Gondry
Distribuzione: Sony Pictures
Michel Gondry torna alla regia mettendosi al servizio del genere fumettistico. Dopo aver vagato tra le sensazioni dell’amore (“Se mi lasci ti cancello”), del sogno (“L’arte del sogno”) e del cinema (“Be Kind Rewind”), ora va a toccare le corde dell’intrattenimento riprendendo i personaggi di una (non troppo) nota serie radiofonica prima e graphic novel dopo, le cui origini risalgono niente meno che al 1936 ad opera del duo George W. Trendle e Fran Striker.
Britt Reid è il figlio scapestrato di uno dei più importanti editori di Los Angeles. Alla morte del padre, Britt eredita il quotidiano Daily Sentinel e fa amicizia con Kato, il giardiniere tutto fare del suo vecchio. Proprio grazie a Kato, Britt si ritrova coinvolto in una scorribanda notturna che lo porta a indossare i panni di Green Hornet, un vigilante mascherato. La pubblicità sul proprio giornale però, spinge la malavita a interessarsi del problema…


In “Green Hornet” (che un paradosso storico lo vuole precursore dei supereroi, prima ancora di Batman e Superman per intenderci) c’è davvero di tutto. Si va da riferimenti a Sin City, a Batman e Robin, alla Pantera Rosa, e persino a film action come “Arma Letale” o “Beverly Hills Cop”. Il protagonista è uno strano mix tra Peter Parker e Bruce Wayne; mentre il co-protagonista si chiama Kato, fa arti marziali e emula Bruce Lee che alla fine degli anni Sessanta lo aveva interpretato (veramente) nell’omonima serie televisiva. Cortocircuiti citazionali in cui il regista Michel Gondry ama sguazzare, ma l’effetto finale è comunque quello della mera calcomania.

Insomma, “Green Hornet” è un film ben diretto, ben interpretato e diverte, ma pecca nell’assoluta mancanza di novità. Solo per patiti del genere.
Diego Altobelli (01/2011)