Regia: Emir Kusturica
Distribuzione: Bim
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La storia di Maradona è nota. Bambino povero, calciatore dilettante, poi il passaggio al football professionistico con il Boca Junior, il Barcellona e poi il Napoli, i trionfi con la nazionale Argentina. Un uomo che tra demoni e dei, tra luci e ombre, ha vinto tutto e ha fatto sognare i tifosi di tutto il Mondo regalando al calcio quello che è stato definito “il gol del secolo”: palla al piede da centro campo, fino alla porta avversaria dribblando cinque giocatori più il portiere e segnare la rete della vittoria.
Nel 2005 Emir Kusturica decide di realizzare un documentario “definitivo” sulla vita del calciatore argentino. Con un’intervista esclusiva in cui si parla del suo coinvolgimento con la droga; il suo rapporto con la politica e con gli uomini di potere; tornando sui luoghi che Maradona frequentava da bambino; e intervallando il tutto da inserti musicali e una grottesca iniziazione alla religione “Maradoniana”.Per Kusturica infatti Diego Armando Maradona è un dio in terra, “un Gilgamesh” come lo stesso regista lo definisce. Un uomo capace di dare speranza a un popolo sconfitto e fondamentalmente povero. Ma il regista non si limita a questo e inserisce anche scene tratte dai suoi film creando un singolare parallelismo tra ciò che Maradona dice nelle interviste e ciò che il regista ha diretto fino ad oggi.Assistiamo quindi a una sorta di sovrapposizione sia di idee, sia di personaggi. Le parole di Maradona diventano quelle di Kusturica, e le immagini del regista diventano la vita del calciatore.
A ben vedere il documentario di Emir Kusturica non aggiunge nulla di nuovo a ciò che già si sa della vita di Maradona. Le solite vicende di partite vendute, di campionati già scritti, di doping esasperato e di delirio delle masse. Malgrado l’assenza di cose nuove da dire sulla vita di Diego Armando Maradona, il documentario di Emir Kusturica si lascia comunque vedere per la singolare opera di mitizzazione apportata da un regista nei confronti di un uomo venuto dal nulla e arrivato a toccare il cielo.
Nel 2005 Emir Kusturica decide di realizzare un documentario “definitivo” sulla vita del calciatore argentino. Con un’intervista esclusiva in cui si parla del suo coinvolgimento con la droga; il suo rapporto con la politica e con gli uomini di potere; tornando sui luoghi che Maradona frequentava da bambino; e intervallando il tutto da inserti musicali e una grottesca iniziazione alla religione “Maradoniana”.Per Kusturica infatti Diego Armando Maradona è un dio in terra, “un Gilgamesh” come lo stesso regista lo definisce. Un uomo capace di dare speranza a un popolo sconfitto e fondamentalmente povero. Ma il regista non si limita a questo e inserisce anche scene tratte dai suoi film creando un singolare parallelismo tra ciò che Maradona dice nelle interviste e ciò che il regista ha diretto fino ad oggi.Assistiamo quindi a una sorta di sovrapposizione sia di idee, sia di personaggi. Le parole di Maradona diventano quelle di Kusturica, e le immagini del regista diventano la vita del calciatore.
A ben vedere il documentario di Emir Kusturica non aggiunge nulla di nuovo a ciò che già si sa della vita di Maradona. Le solite vicende di partite vendute, di campionati già scritti, di doping esasperato e di delirio delle masse. Malgrado l’assenza di cose nuove da dire sulla vita di Diego Armando Maradona, il documentario di Emir Kusturica si lascia comunque vedere per la singolare opera di mitizzazione apportata da un regista nei confronti di un uomo venuto dal nulla e arrivato a toccare il cielo.
Diego Altobelli (05/2008)
estratto da http://www.tempimoderni.com/db/dbfilm/film.php?id=1893
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