Film della Festa del Cinema di Roma 2007 - In concorso
Anno: 2007
Regia: Julio Medem
Ana è una ragazza sognatrice e di natura selvaggia. Quando gli viene proposto di cominciare una nuova vita in una comunità di artisti a Madrid, a lei non sembra vero. Lì conosce Said, giovane introverso con cui instaura una relazione sentimentale molto forte. Proprio questa relazione la porta, infatti, ad avere frequenti flash di vite passate...
Julio Medem è un regista spagnolo che si è fatto conoscere soprattutto grazie ad una pellicola: "Lucia y el sexo". E proprio da quella Medem sembra ripartire per raccontare la vicenda sospesa di Ana, ragazza disordinata e dall'animo profondamente inquieto. Per descrivere il suo squilibrio, Medem si affida a un conto alla rovescia volto a scandire gli strati di coscienza della ragazza. Infatti, un pò come accadeva in "Cuore sacro" di Ozpetek, anche Ana scoprirà di essere una sorta di madre degli esseri viventi, che attraverso il processo di morte e rinascita intende inviare un messaggio di salvezza. La regia di Medem, che non abbandona l'attenzione per il sesso, si appoggia qua e là anche all'animazione, facendo muovere i disegni realizzati dalla protagonista in un mix confuso e poco chiaro sul piano delle intenzioni. E se pure si prova a credere nel progetto ambizioso del regista, lo stesso si perde in un finale stanco sia nel proporre idee, e sia nel risolvere quelle messe in campo precedentemente.
La defecazione di Ana rappresentata nel finale, infine, non ha altra volontà che quella di scioccare lo spettatore. Così non è, e sembra più un pensiero espresso a voce alta...
Diego Altobelli (10/2007)
Anno: 2007
Regia: Julio Medem
Ana è una ragazza sognatrice e di natura selvaggia. Quando gli viene proposto di cominciare una nuova vita in una comunità di artisti a Madrid, a lei non sembra vero. Lì conosce Said, giovane introverso con cui instaura una relazione sentimentale molto forte. Proprio questa relazione la porta, infatti, ad avere frequenti flash di vite passate...
Julio Medem è un regista spagnolo che si è fatto conoscere soprattutto grazie ad una pellicola: "Lucia y el sexo". E proprio da quella Medem sembra ripartire per raccontare la vicenda sospesa di Ana, ragazza disordinata e dall'animo profondamente inquieto. Per descrivere il suo squilibrio, Medem si affida a un conto alla rovescia volto a scandire gli strati di coscienza della ragazza. Infatti, un pò come accadeva in "Cuore sacro" di Ozpetek, anche Ana scoprirà di essere una sorta di madre degli esseri viventi, che attraverso il processo di morte e rinascita intende inviare un messaggio di salvezza. La regia di Medem, che non abbandona l'attenzione per il sesso, si appoggia qua e là anche all'animazione, facendo muovere i disegni realizzati dalla protagonista in un mix confuso e poco chiaro sul piano delle intenzioni. E se pure si prova a credere nel progetto ambizioso del regista, lo stesso si perde in un finale stanco sia nel proporre idee, e sia nel risolvere quelle messe in campo precedentemente.
La defecazione di Ana rappresentata nel finale, infine, non ha altra volontà che quella di scioccare lo spettatore. Così non è, e sembra più un pensiero espresso a voce alta...
Diego Altobelli (10/2007)
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