Distribuzione: Lucky Red
Ponyo è un pesciolino rosso, anzi, una “pesciolina” che si allontana dal suo branco e si ritrova sulle sponde di una delle isole dell’arcipelago giapponese. Viene quindi soccorsa da Sosuke: un bambino di cinque anni di cui elle si innamora perdutamente. I due desiderano presto una vita insieme, ma il padre della piccola Ponyo non si trova affatto d’accordo…
Banalmente “Ponyo sulla scogliera” si potrebbe definire come la rivisitazione in chiave “miyazakiana” de “La sirenetta” di Hans C. Andersen. Scendendo più in profondità, la nuova opera del maestro giapponese Hayao Miyazaki, al cinema dopo “Il castello errante di Howl”, è un omaggio commosso, e romanticissimo, alle donne e alla maternità.
Hayao Miyazaki firma un autentico gioiello. Non un capolavoro, va detto a chiare lettere, come l’autore ci ha abituato nelle ultime produzioni, ma un piccolo gioiello visivo. Questa volta, infatti, le scenografie rendono omaggio alla pittura giapponese, da Hokusai a Hiroshige trovando persino dei parallelismi europei dello stesso periodo, e si prendono tutto lo spazio che occorre. Persino diventando più importanti della trama stessa. Quest’ultima, invero, assume quasi da subito i connotati del mero pretesto. Dopo una prima fase introduttiva, Ponyo e Sosuke si ritrovano di fatto già insieme felici e pronti ad affrontare la loro vita. Tocca quindi strizzare l’occhio, sorridendo, all’ingenua idea narrativa della “prova da sostenere” per dimostrare il reciproco amore. Ma, come accennavamo, sono le immagini a essere le vere protagoniste. Nel film di Miyazaki le navi galleggianti sul mare diventano città luminose nella notte; la luna si fa grandissima; il mare e la terra si fondono creando un nuovo universo in cui i due ecosistemi convivono pacificamente; le vecchiette corrono arzille, i bambini diventano piccolissimi e poi si ingrandiscono come trovandosi incastrati nei viaggi di Gulliver... E tra citazioni, evocazioni e suggestioni di un universo magico di cui l’autore ci rende partecipi, l’immagine più bella rimane quella della piccola Ponyo quando la vediamo correre in equilibrio sulle onde del mare, sorridente libera e a perdifiato, per raggiungere al più presto il suo amore.
Diego Altobelli (03/2009)
estratto da http://www.tempimoderni.com/
Ponyo è un pesciolino rosso, anzi, una “pesciolina” che si allontana dal suo branco e si ritrova sulle sponde di una delle isole dell’arcipelago giapponese. Viene quindi soccorsa da Sosuke: un bambino di cinque anni di cui elle si innamora perdutamente. I due desiderano presto una vita insieme, ma il padre della piccola Ponyo non si trova affatto d’accordo…
Banalmente “Ponyo sulla scogliera” si potrebbe definire come la rivisitazione in chiave “miyazakiana” de “La sirenetta” di Hans C. Andersen. Scendendo più in profondità, la nuova opera del maestro giapponese Hayao Miyazaki, al cinema dopo “Il castello errante di Howl”, è un omaggio commosso, e romanticissimo, alle donne e alla maternità.
Hayao Miyazaki firma un autentico gioiello. Non un capolavoro, va detto a chiare lettere, come l’autore ci ha abituato nelle ultime produzioni, ma un piccolo gioiello visivo. Questa volta, infatti, le scenografie rendono omaggio alla pittura giapponese, da Hokusai a Hiroshige trovando persino dei parallelismi europei dello stesso periodo, e si prendono tutto lo spazio che occorre. Persino diventando più importanti della trama stessa. Quest’ultima, invero, assume quasi da subito i connotati del mero pretesto. Dopo una prima fase introduttiva, Ponyo e Sosuke si ritrovano di fatto già insieme felici e pronti ad affrontare la loro vita. Tocca quindi strizzare l’occhio, sorridendo, all’ingenua idea narrativa della “prova da sostenere” per dimostrare il reciproco amore. Ma, come accennavamo, sono le immagini a essere le vere protagoniste. Nel film di Miyazaki le navi galleggianti sul mare diventano città luminose nella notte; la luna si fa grandissima; il mare e la terra si fondono creando un nuovo universo in cui i due ecosistemi convivono pacificamente; le vecchiette corrono arzille, i bambini diventano piccolissimi e poi si ingrandiscono come trovandosi incastrati nei viaggi di Gulliver... E tra citazioni, evocazioni e suggestioni di un universo magico di cui l’autore ci rende partecipi, l’immagine più bella rimane quella della piccola Ponyo quando la vediamo correre in equilibrio sulle onde del mare, sorridente libera e a perdifiato, per raggiungere al più presto il suo amore.
Diego Altobelli (03/2009)
estratto da http://www.tempimoderni.com/
3 commenti:
Ho visto il film da poco e trovo la tua recensione bellissima. Emozioni meraviglose, ricordi e profumi di un'infanzia lontana.
Grazie del commento e dei complimenti, caro Luciano. Da parte tua, per me, sono sempre preziosi.
Bellissimo film, da rivedere piu' volte. Per me il Miyazaki migliore e' proprio questo... Come Totoro, Kiki's, la Citta' Incantata o Ponyo. Lo trovo "relativamente" piu' autentico.
Ti abbraccio,
.d
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P.S. Complimenti per il blog, ottimo lavoro! A presto
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