Distribuzione: Buena Vista
Con La principessa e il ranocchio la Walt Disney Pictures torna a raccontare una favola a “due dimensioni”. Mettendo (momentaneamente) da parte i progetti tridimensionali e l’animazione in CGI, la Disney racconta una favola a misura di bambino che riserva anche qualche sorpresa.
Tiana è una giovane ragazza di New Orleans che si divide tra turni massacranti di lavoro da cameriera. Ma Tiana ha un sogno: quello di aprire un ristorante tutto suo, in memoria del padre scomparso. Un giorno, a New Orleans arriva uno squattrinato principe che un perfido stregone voodoo trasforma in un ranocchio. Quando a una festa Tiana e il ranocchio si incontrano, il secondo insiste per essere baciato e poter tornare umano. Tiana cede, ma si ritrova lei stessa una ranocchia…
John Musker e Ron Clements, creatori di Aladdin e La sirenetta, dirigono un film a ritmo di jazz e blues. Le musiche, mai invasive, tornano quindi ad accompagnare la visione, prendendo sottobraccio il giovane spettatore e ipnotizzandolo (alla vecchia maniera) con luci e colori sfavillanti.
La principessa e il ranocchio, allora, diventa una pellicola del ricordo, un omaggio a un certo modo di intendere l’animazione che oggi è decisamente fuori tempo. Impossibile sfuggire, quindi, alla retorica sul cambiamento dei tempi. Della principessa bionda e in attesa del bel principe ormai non v’è traccia. La bionda sì, ma è alla ricerca più che altro del “buon partito”… altro che vero amore! Per quanto riguarda la principessa, invece, oggi è una giovane di colore squattrinata che amerà il suo ranocchio anche se non sarà mai principe. E alla fine il sogno idilliaco del “Vissero per sempre felici e contenti” odora di amarezza per i sogni infranti e il tempo che fu.
Diego Altobelli (12/2009)
estratto da http://www.tempimoderni.com/db/dbfilm/film.php?id=2136
Con La principessa e il ranocchio la Walt Disney Pictures torna a raccontare una favola a “due dimensioni”. Mettendo (momentaneamente) da parte i progetti tridimensionali e l’animazione in CGI, la Disney racconta una favola a misura di bambino che riserva anche qualche sorpresa.
Tiana è una giovane ragazza di New Orleans che si divide tra turni massacranti di lavoro da cameriera. Ma Tiana ha un sogno: quello di aprire un ristorante tutto suo, in memoria del padre scomparso. Un giorno, a New Orleans arriva uno squattrinato principe che un perfido stregone voodoo trasforma in un ranocchio. Quando a una festa Tiana e il ranocchio si incontrano, il secondo insiste per essere baciato e poter tornare umano. Tiana cede, ma si ritrova lei stessa una ranocchia…
John Musker e Ron Clements, creatori di Aladdin e La sirenetta, dirigono un film a ritmo di jazz e blues. Le musiche, mai invasive, tornano quindi ad accompagnare la visione, prendendo sottobraccio il giovane spettatore e ipnotizzandolo (alla vecchia maniera) con luci e colori sfavillanti.
La principessa e il ranocchio, allora, diventa una pellicola del ricordo, un omaggio a un certo modo di intendere l’animazione che oggi è decisamente fuori tempo. Impossibile sfuggire, quindi, alla retorica sul cambiamento dei tempi. Della principessa bionda e in attesa del bel principe ormai non v’è traccia. La bionda sì, ma è alla ricerca più che altro del “buon partito”… altro che vero amore! Per quanto riguarda la principessa, invece, oggi è una giovane di colore squattrinata che amerà il suo ranocchio anche se non sarà mai principe. E alla fine il sogno idilliaco del “Vissero per sempre felici e contenti” odora di amarezza per i sogni infranti e il tempo che fu.
Diego Altobelli (12/2009)
estratto da http://www.tempimoderni.com/db/dbfilm/film.php?id=2136
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