martedì 10 luglio 2007

Dear Wendy

Anno: 2005
Regia: Thomas Vinterberg
Distribuzione: Eagle Pictures

Nel 1995 Lars Von Trier e Thomas Vinterberg danno vita a "Dogma 95", un manifesto cinematografico che si pone l'obbiettivo di salvare l'arte cinematografica da una tendenza che, dagli anni Sessanta (in realtà fin dalle sue origini) ad oggi, ha investito il cinema mondiale: ovvero la capacità di illudere lo spettatore. Quella di Vinterberg e Von Trier ha il fascino di ogni utopia: realizzare un cinema puro, distante da effetti speciali, da finte scenografie, da suoni realizzati in post produzione e da "individualismi d'autore". Insieme i due registi stilano 12 regole precise e "indiscutibili" come vengono da loro stessi definite e ne firmano l'atto sottoscrivendo un simbolico voto di castità. Sono trascorsi 15 anni e Dear Wendy potrebbe essere, di quel manifesto, una logica evoluzione.

Scritto da Lars Von Trier e diretto da Thomas Vinterberg, già autore di Festen e Le forze del destino, Dear Wendy è un suggestivo esperimento di genere. Non rispettando alcuna delle famose regole del Dogma 95, Vinterberg dirige un film la cui trama non è semplicissima: un ragazzo crea, insieme a un gruppo di amici, un movimento chiamato "Pacifismo con le armi", originando un bizzarro stile di vita, il "Dandie", che vede nella cultura western le sue più profonde fondamenta. Nel "Dandie" le armi sono amate, rispettate, e accudite. Hanno un anima e un nome che le caratterizza. Nel "Dandie" le armi non si debbono usare, come dame di compagnia si limitano ad accompagnare il loro proprietario (ma ne hanno poi uno?) e gli infondono forza, coraggio. Molteplici le chiavi di lettura. La visione delle armi come figure autenticamente femminili, signore il cui "atteggiamento" può far nascere sentimenti di gelosia o di rabbia. Donne da amare, fin anche rasentando il patetico, fino a far loro violenza, fino a desiderare, infine, di morire per mano loro. Ma le armi anche come messaggio utopico di pace. La cui proprietà rassicura, dà forza. Promette rispetto e fa scoppiare guerre, inutili e penose, rappresentate nel film da un ultimo sacchetto di caffè. Romantico.

Dear Wendy è un film affascinante e completo la cui costruzione si allontana decisamente da quelle regole rigide scritte dagli stessi autori del film. Una regia oculata e divertita fa da guida ad una recitazione intuitiva, ma credibile. Un film che va visto, quindi, per rimanere sorpresi, ancora una volta, dell'incomprensibile capacità dell'uomo di credere in un sogno, che questo si chiami "Pacifismo con le armi" o "Dogma 95".

Diego Altobelli (09/2005)

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