martedì 27 novembre 2007

Milano-Palermo: il ritorno

Anno: 2007
Regia: Claudio Fragasso
Distribuzione: Buena Vista

Claudio Fragasso torna dietro la cinepresa con il seguito di "Palermo-Milano: solo andata". Questa volta, la stessa scorta che aveva accompagnato Leofonte, il ragioniere della mafia, in carcere, dovrà scortarlo in Sicilia, dove potrà ricominciare una nuova vita. Ma sulle sue tracce c'è Rocco Scalia, figlio del boss defunto, pronto a tutto per ripagare il torto subito. Il viaggio "di ritorno", sarà lungo e faticoso...

...Purtroppo anche per il pubblico. Per "Milano-Palermo: il ritorno" Claudio Fragasso sceglie lo stesso cast televisivo del precedente episodio, annichilendolo, semmai, con facce nuove provenienti dalla fiction come Simone Corrente e Gabriella Pession. Contando su un soggetto fracassone all'insegna di sparatorie e frasi urlate, Fragasso confeziona un lungo episodio di "Distretto di Polizia" riprendendo i suoi stessi tempi e stili narrativi. Purtroppo, al bravo Fragasso, bisogna ricordare che non basta dare a un manipolo di uomini una pistola e ordinargli di sparare alla rinfusa davanti la telecamera per realizzare un film di genere. Bisogna poter contare anche su un buon soggetto, magari privo di buchi di trama, su una sceneggiatura non banale e, semmai, su attori un poco più partecipi a ciò che succede sullo schermo.

Ecco quindi "Milano-Palermo: il ritorno": un film corrotto dagli echi delle fiction, dei reality, e dei tele-dipendenti. In Italia si fa sempre più fatica a produrre Cinema, investendo sulla Fiction televisiva che rischia di corrompere tutto, anche le buone idee. E infatti il film di Fragasso mirava ambiziosamente a rilanciare "il cinema di genere in Italia" (citando le parole dello stesso regista), ma fallisce miseramente in un mare di confusione e nella totale assenza di metodo.
Il Cinema non è la televisione. E per realizzare un buon film (genere o non genere) bisogna saper fare Cinema, utilizzando i suoi metodi e sfruttando i suoi tempi: “Milano Palermo: il ritorno”, quantomeno, riesce a ricordarci questo.

Diego Altobelli (11/2007)
estratto da http://www.tempimoderni.com/db/dbfilm/film.php?id=1775

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