Anno: 2008
Regia: Alessandro Baricco
Distribuzione: 01 Distribuzione
Anno 1824. La Lezione Ventuno è quella in cui il professor Killroy analizzava e smontava la celebre nona sinfonia di Beethoven. Malgrado il professore non vivesse di stima da parte dei suoi esimi colleghi, i suoi studenti, al contrario, hanno apprezzato e capito il senso di quella “lezione”, tramandandola attraverso appunti e la testimonianza di Martha, studentessa di rara sensibilità…
Dopo la parentesi “Seta”, che traeva spunto da un romanzo breve di Alessandro Baricco, ora è proprio lo scrittore a prendere in pugno la telecamera e a cimentarsi nel ruolo di regista con un soggetto difficile e caratterizzato da toni suggestivi quanto onirici. Quello della musica, del resto, è un argomento che nel Cinema ha avuto predecessori sia illustri – come l’ “Amadeus” di Milos Forman – ma anche esiti altalenanti come lo stesso “Io e Beethoven” di Agnieszka Holland (che della nona sinfonia faceva solo accenni), o il “Perduto Amor” diretto da Franco Battiato. A prescindere dai singoli esiti, comunque, tutte queste pellicole hanno dimostrato che il connubio musica e cinema è assai difficile da rendere sullo schermo. Ecco quindi motivate le perplessità sul primo film di Alessandro Baricco che intende analizzare niente meno che l’intima origine della Nona di Beethoven. Opera ambiziosa, quindi, ma da cui lo scrittore esce a testa alta sostituendo, non senza un pizzico di furbizia, i suoni musicali ai suoni della natura, donando alla pellicola una originale parvenza di sogno.
Per il suo film Baricco mostra un mondo irreale che attraverso la poesia, materia che il regista conosce bene, diventa reale e simbolo di un capolavoro, la Nona Sinfonia, non smontata dalla “Lezione Ventuno”, ma semmai legittimata dalla forza “fantastica” che la caratterizza.
Diego Altobelli (10/2008)
Regia: Alessandro Baricco
Distribuzione: 01 Distribuzione
Anno 1824. La Lezione Ventuno è quella in cui il professor Killroy analizzava e smontava la celebre nona sinfonia di Beethoven. Malgrado il professore non vivesse di stima da parte dei suoi esimi colleghi, i suoi studenti, al contrario, hanno apprezzato e capito il senso di quella “lezione”, tramandandola attraverso appunti e la testimonianza di Martha, studentessa di rara sensibilità…
Dopo la parentesi “Seta”, che traeva spunto da un romanzo breve di Alessandro Baricco, ora è proprio lo scrittore a prendere in pugno la telecamera e a cimentarsi nel ruolo di regista con un soggetto difficile e caratterizzato da toni suggestivi quanto onirici. Quello della musica, del resto, è un argomento che nel Cinema ha avuto predecessori sia illustri – come l’ “Amadeus” di Milos Forman – ma anche esiti altalenanti come lo stesso “Io e Beethoven” di Agnieszka Holland (che della nona sinfonia faceva solo accenni), o il “Perduto Amor” diretto da Franco Battiato. A prescindere dai singoli esiti, comunque, tutte queste pellicole hanno dimostrato che il connubio musica e cinema è assai difficile da rendere sullo schermo. Ecco quindi motivate le perplessità sul primo film di Alessandro Baricco che intende analizzare niente meno che l’intima origine della Nona di Beethoven. Opera ambiziosa, quindi, ma da cui lo scrittore esce a testa alta sostituendo, non senza un pizzico di furbizia, i suoni musicali ai suoni della natura, donando alla pellicola una originale parvenza di sogno.
Per il suo film Baricco mostra un mondo irreale che attraverso la poesia, materia che il regista conosce bene, diventa reale e simbolo di un capolavoro, la Nona Sinfonia, non smontata dalla “Lezione Ventuno”, ma semmai legittimata dalla forza “fantastica” che la caratterizza.
Diego Altobelli (10/2008)
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