lunedì 7 novembre 2011

Too Big to Fail - Il Crollo dei Giganti

Anno: 2011
Regia: Curtis Hanson

Curtis Hanson, ispirandosi al best seller omonimo di Andrew Ross Sorkin, mette in scena la sconcertante cronaca della crisi finanziaria del 2008. Quella, per intenderci, che ha portato all’attuale, preoccupante, situazione economica mondiale. Il lavoro di Hanson è rigoroso, con un ritmo frenetico e un finale spiazzante.

Attorno alla figura di Henry Wilson, segretario del tesoro ed ex presidente di Goldman Sachs, si muovono le figure dei presidenti delle più importanti banche d’America. Sono magnati che muovono i fili del Mondo e che si trovano di fronte a una situazione difficile: cercare di salvare l’intero pianeta dal collasso economico. Tra fallimenti e "manovre" estreme, alla fine Wilson riuscirà a convincerli a compiere un’ultima, estrema, scelta...

E’ il caso di dire che, considerando il tipo, il lavoro di Curtis Hanson ha parecchi pregi e pochi difetti. Nella redazione di stampo giornalistico dei fatti che hanno portato le banche più importanti d’America a essere considerate "troppo grandi per crollare" (da cui il titolo) Hanson si fa forte di una sceneggiatura praticamente senza stacchi, esplicativa e incalzante. A giovarne naturalmente è il ritmo. A pieno regime, il film si dipana seguendo la figura di Wilson (un grande William Hurt) alle prese con una situazione che si fa via via sempre più irrisolvibile. La sceneggiatura è il punto di forza del film anche perché si è messi di fronte a un cast di stelle davvero incredibile. Paul Giamatti, Bill Pullman, James Woods, Cynthia Nixon sono solo alcuni dei nomi e le loro interpretazioni sono a dir poco un vero spettacolo.

Manca forse il dramma umano, e ciò rende "Too big to fail" un prodotto più che altro documentaristico. Ma il risultato è buono e fa riflettere su varie cose. Non ultima, la quasi totale assenza di figure femminili nei posti di comando del Mondo.

Diego Altobelli (11/2011)

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