Anno: 2007
Regia: George Hickenlooper
Distribuzione: Moviemax
Personaggio sfruttato, icona della pop art, musa ispiratrice, ragazza sfortunata. In questi e in molti altri modi si può definire il personaggio di Edie Sedgwick, una fanciulla tanto bella da divenire l’amore segreto di Andy Warhol. E fu proprio lui, infatti, a scoprirla e a farne un personaggio di successo degli anni Sessanta. Purtroppo la giovane e ingenua Edie, non immaginava che come lui l’aveva fatta diventare una stella, lui poteva anche distruggerla…
Pellicola che ha suscitato moltissime polemiche e la cui uscita nelle sale è stata più volte messa a rischio dalle minacce di denuncia da parte dei personaggi presi in causa. Bob Dylan, ad esempio, ha minacciato a più riprese di denunciare tutto il cast se il film fosse stato distribuito nei cinema.
Ma “Factory girl”, malgrado le denuncie e le polemiche, si rivela essere un bel film biografico. Drammatico, semmai spietato in una narrazione che tende a stereotipare un po’ troppo i personaggi rappresentati, ma molto curato, sia per la ricostruzione dei fatti e delle ambientazioni, sia per la regia. Quest’ultima, affidata a George Hickenlooper, viene caratterizzata da immagini sporche, rigate, graffiate, come se ci fosse la volontà di richiamare le pellicole underground girate da Andy Warhol come “Vinil”, in cui prendeva parte proprio la giovane e bellissima Edie Sedwick. A vestire i panni della protagonista incontriamo Sienna Miller: interpretazione intensa la sua, che non raggiunge l’autenticità espressa dal volto della Sedwick (irraggiungibile), ma che riesce comunque a risultare credibile e appassionante. Nel difficile ruolo di Andy Warhol troviamo invece Guy Pierce, la cui parte impressiona per la cattiveria con cui segna ogni atteggiamento dell’artista “Re” della Pop Art. Diabolico, infelice, contraddittorio e anaffettivo: il suo Andy Warhol è un vero concentrato di malvagità.
Contando su un cast di bravi attori, quindi, e una storia intrigante “Factory Girl” è un film ben girato, intenso e che racconta (onestamente) un episodio scomodo della Pop Art: “un’altra faccia” della cultura della bellezza e delle icone. Forse stereotipa un po’ troppo i personaggi, rendendoli didascalici, ma la sceneggiatura regge e il film coinvolge.
Di Hayden Christensen, l’attore che interpreta un musicista in tutto e per tutto somigliante a Bob Dylan, non parliamo. Non tanto per l’interpretazione in sé, onesta e nulla più, quanto per non correre il rischio di imbattersi in denuncie da parte di terzi… Con questi artisti, non si sa mai!
Diego Altobelli (11/2007)
estratto da http://www.tempimoderni.com/db/dbfilm/film.php?id=1774
Regia: George Hickenlooper
Distribuzione: Moviemax
Personaggio sfruttato, icona della pop art, musa ispiratrice, ragazza sfortunata. In questi e in molti altri modi si può definire il personaggio di Edie Sedgwick, una fanciulla tanto bella da divenire l’amore segreto di Andy Warhol. E fu proprio lui, infatti, a scoprirla e a farne un personaggio di successo degli anni Sessanta. Purtroppo la giovane e ingenua Edie, non immaginava che come lui l’aveva fatta diventare una stella, lui poteva anche distruggerla…
Pellicola che ha suscitato moltissime polemiche e la cui uscita nelle sale è stata più volte messa a rischio dalle minacce di denuncia da parte dei personaggi presi in causa. Bob Dylan, ad esempio, ha minacciato a più riprese di denunciare tutto il cast se il film fosse stato distribuito nei cinema.
Ma “Factory girl”, malgrado le denuncie e le polemiche, si rivela essere un bel film biografico. Drammatico, semmai spietato in una narrazione che tende a stereotipare un po’ troppo i personaggi rappresentati, ma molto curato, sia per la ricostruzione dei fatti e delle ambientazioni, sia per la regia. Quest’ultima, affidata a George Hickenlooper, viene caratterizzata da immagini sporche, rigate, graffiate, come se ci fosse la volontà di richiamare le pellicole underground girate da Andy Warhol come “Vinil”, in cui prendeva parte proprio la giovane e bellissima Edie Sedwick. A vestire i panni della protagonista incontriamo Sienna Miller: interpretazione intensa la sua, che non raggiunge l’autenticità espressa dal volto della Sedwick (irraggiungibile), ma che riesce comunque a risultare credibile e appassionante. Nel difficile ruolo di Andy Warhol troviamo invece Guy Pierce, la cui parte impressiona per la cattiveria con cui segna ogni atteggiamento dell’artista “Re” della Pop Art. Diabolico, infelice, contraddittorio e anaffettivo: il suo Andy Warhol è un vero concentrato di malvagità.
Contando su un cast di bravi attori, quindi, e una storia intrigante “Factory Girl” è un film ben girato, intenso e che racconta (onestamente) un episodio scomodo della Pop Art: “un’altra faccia” della cultura della bellezza e delle icone. Forse stereotipa un po’ troppo i personaggi, rendendoli didascalici, ma la sceneggiatura regge e il film coinvolge.
Di Hayden Christensen, l’attore che interpreta un musicista in tutto e per tutto somigliante a Bob Dylan, non parliamo. Non tanto per l’interpretazione in sé, onesta e nulla più, quanto per non correre il rischio di imbattersi in denuncie da parte di terzi… Con questi artisti, non si sa mai!
Diego Altobelli (11/2007)
estratto da http://www.tempimoderni.com/db/dbfilm/film.php?id=1774
4 commenti:
Per la prima volta sento parlare bene del film e questo non può farmi che piacere, perché quando si parla di Warhol e della Factory divento un fanatico. Quando poi esce un film su una donna che ho visto per la prima volta seduta sul baule di Vinyl, allora mi sento impazzire. Un film su Edie Sedwick e sulla sua vita difficile e finita male è sempre stato ciò che ho voluto vedere al cinema. Poi, adesso che finalmente è uscito, tutti (o quasi) ne parlano male. Sarei andato a vederlo anche se fosse stato il più brutto film di sempre, ma adesso che leggo la tua ottima e positiva recensione, questo diventa per me un film imperdibile. Ma dalle tue parti è già uscito al cinema? Speriamo che non facciano coma hanno fatto con Tideland. Da me non s’è proprio visto. Grazie. Ciao.
da me questo film non è ancora arrivato, ma spero che arrivi al più presto perchè sono curiosissima di vederlo. Questa è veramente l' unica recensione che ne parla bene. bob dylan non ha neanche voluto che il suo nome comparisse nel film e lou reed ne ha parlato malissimo. Pare che la storia di edie sia stata stravolta, e alla fine perchè non credere a reed visto che lui nella factory c'è nato?
non rimane che vederlo per capire se è un film che vuol far conoscere un periodo o un film che vuol narrare una favola.
ps: ti ho linkato nel mio blog.
ciao ciao monia
Grazie Luciano, come sempre, per le parole di stima che ricambio. A proposito bellissimo il post su Shining (dovetti sostenere un esame interamente dedicato a Kubrick...) e complimenti anche alla tua nuova collaboratrice.
Speriamo che esca anche dalle tue parti, Factory girl e' un film a mio dire ben fatto che ricostruisce bene un periodo, un epoca e persino un modo di fare cinema, quello underground di Warhol (rivedere alcune brevi sequenze di Vinyl rifatte e' un esperienza!). Ribadisco: i personaggi saranno anche didascalici, soprattutto "il musicista", ma il film e' buono. E a chi non e' piaciuto suggerisco: "Il punto di vista preso per raccontare un'epoca, e quindi il film, in fondo, e' quello piu' scomodo, piu' duro da digerire...". Non so se mi sono spiegato...
Fammi sapere!
Grazie monia anche a te!
Visto il tuo Blog che mi sembra ben studiato, lucido e molto interessante. Davvero.
Come dico spesso a Luciano, prima o poi scrivero' anch'io dei film del passato.
Ti auguro di vedere il film Factory girl, e se non l'hai gia' fatto ti invito a vedere Across the universe.
A presto e buona visione!
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