Distribuzione: Medusa
Arturo Cremisi è l’attore protagonista di una fiction di successo dove interpreta il ruolo di un padre costretto a separarsi dal figlio Mirko. Un giorno, all’uscita dal set, Arturo viene fermato da un bambino, anch’egli di nome Mirko, che lo crede suo vero padre. Lo sfortunato attore si ritrova coinvolto in una girandola di equivoci…
Rapporti di vita famigliare nella nuova commedia di Vincenzo Salemme, “No problem”, tra la finzione della televisione, e la realtà della vita vera. Il risultato è una pellicola gradevole, con i cliché cui il regista ci ha abituati, ma dai toni meno frizzanti che in passato. Questa volta, infatti, i giochi di parole, gli scambi di persona, gli errori dialettali risultano non appaiono abbastanza efficaci. Colpa anche del soggetto, incentrato sul trauma di un bambino (la perdita del padre), troppo serio per poterci davvero riderci sopra.
Buona invece l’interpretazione del cast. Vincenzo Salemme dà il ritmo a tutto il film e gestisce le gag, rubando a volte la scena agli ai comprimari. Bravi ad affiancarlo sul set Sergio Rubini, nel ruolo di un “agente dello spettacolo” dislessico; e Giorgio Panariello, lo zio schizofrenico del piccolo Mirko. Il resto del cast non brilla, con l’unica eccezione di Oreste Lionello: grandissimo, anche se relegato al meschino ruolo di un padrone di casa senza scrupoli.
Diego Altobelli (10/2008)
estratto da http://www.tempimoderni.com/
Arturo Cremisi è l’attore protagonista di una fiction di successo dove interpreta il ruolo di un padre costretto a separarsi dal figlio Mirko. Un giorno, all’uscita dal set, Arturo viene fermato da un bambino, anch’egli di nome Mirko, che lo crede suo vero padre. Lo sfortunato attore si ritrova coinvolto in una girandola di equivoci…
Rapporti di vita famigliare nella nuova commedia di Vincenzo Salemme, “No problem”, tra la finzione della televisione, e la realtà della vita vera. Il risultato è una pellicola gradevole, con i cliché cui il regista ci ha abituati, ma dai toni meno frizzanti che in passato. Questa volta, infatti, i giochi di parole, gli scambi di persona, gli errori dialettali risultano non appaiono abbastanza efficaci. Colpa anche del soggetto, incentrato sul trauma di un bambino (la perdita del padre), troppo serio per poterci davvero riderci sopra.
Buona invece l’interpretazione del cast. Vincenzo Salemme dà il ritmo a tutto il film e gestisce le gag, rubando a volte la scena agli ai comprimari. Bravi ad affiancarlo sul set Sergio Rubini, nel ruolo di un “agente dello spettacolo” dislessico; e Giorgio Panariello, lo zio schizofrenico del piccolo Mirko. Il resto del cast non brilla, con l’unica eccezione di Oreste Lionello: grandissimo, anche se relegato al meschino ruolo di un padrone di casa senza scrupoli.
Diego Altobelli (10/2008)
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