martedì 3 novembre 2009

L'uomo che verrà

Anno: 2009
Regia: Giorgio Diritti
Distribuzione: Mikado

Il regista del premiato "Il vento fa il suo giro" Giorgio Diritti torna al cinema con L’uomo che verrà, storia vera della strage di Marzabotto, avvenuta alle pendici del Monte Sole nell’inverno del 1944. Una delle pagine italiane più drammatiche della Seconda Guerra Mondiale.

Italia, 1943. Martina, una bambina muta, vive insieme alla sua famiglia nel paesino di Marzabotto (provincia di Bologna). Il paese, punto nevralgico per gli spostamenti militari, è preso di mira sia dai nazisti che dai partigiani che chiedono favori di vario genere alla comunità. Purtroppo, a seguito di uno scontro a fuoco, i nazisti scoprono l’inevitabile doppio gioco della famiglia di Martina. E sarà una strage…

Film della memoria. Pellicola storica raccontata sottovoce e con piglio decisamente formale. Come a voler rispettare, con questa scelta registica, il ricordo delle 770 persone morte in quella terribile strage. L’uomo che verrà rappresenta un momento importante per la quarta edizione del Festival di Roma. Ultimo film italiano in concorso, è probabilmente il più sentito, accorato e commovente tra quelli visti finora.

Per raccontare la storia di Marzabotto, Diritti prende il punto di vista della piccola Martina, resa muta a causa di un trauma (la morte del fratellino), perseguitata dai bambini del paese, ma piena di vita e consapevole di tutto. In essa, Diritti incarna lo spirito della "vera" resistenza. Non quella formata da coloro che impugnarono i fucili (sembra suggerire il regista), ma quella fatta dalle persone comuni, prime vittime della guerra. Anzi, di tutte le guerre. Martina è l’anima della comunità. Un paese silenzioso in cui si parla poco (e in dialetto per non farsi capire dagli estranei, sia partigiani che tedeschi), che nasconde nel silenzio i propri pensieri. Bello, a tal proposito, il parallelismo tra il tema scritto dalla piccola Martina a scuola (bruciato appena letto) e l’incapacità delle sorelle di vivere liberamente i propri sentimenti.

Ottime le interpreti principali Greta Zuccheri, la sempre “intimamente forte” Alba Rohrwacher, e Maya Sansa.

Un film per non dimenticare. Forse eccessivamente lenta la prima parte e vagamente “scolastico”, ma se ne capisce il nobile intento di rispettare la nostra memoria.

Diego Altobelli (10/2009)
estratto da http://www.moviesushi.it/html/anteprima-L_uomo_che_verra_Dedicato_a_tutti_coloro_che_verranno-3447.html

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