lunedì 6 ottobre 2008

Riflessi di paura

Anno: 2008
Regia: Alexandre Aja
Distribuzione: 20th Century Fox

Ben Carson è un agente di polizia sospeso dal servizio per aver ucciso un collega sottocopertura. Logorato dai sensi di colpa e in attesa di risalire la china, Ben accetta di lavorare di notte come guardiano in un vecchio museo, il Mayflower, finito in fiamme un anno prima e che ha visto la morte di centinaia di persone. Girando per il sinistro edificio, Ben si rende conto che gli specchi del Mayflower riflettono le immagini di persone carbonizzate. L’instabile agente si ritrova così coinvolto in una maledizione le cui origini devono ricercarsi in un antico caso di psichiatria…

Tratto da “Geoul sokeuro”, pellicola del 2003 diretta dall’esordiente Sung-Ho Kim, il nuovo thriller di Alexandre Aja (autore dell’ottimo “Alta tensione” e del buon remake de “Le colline hanno gli occhi”) è un prodotto riuscito a metà. La buona regia, che dimostra di saper tenere i tempi del genere, si schianta clamorosamente su una sceneggiatura approssimativa e caricaturale che finisce per regalare allo spettatore involontarie scene comiche come il momento che l’attore Sutherland piange davanti allo specchio chiedendogli pietà (al limite del “trash”); o lo scambio di battute tra il protagonista e l’ex-moglie che proprio di credere a uno specchio assassino non ne vuole sapere; o infine il momento in cui lo stesso protagonista convince una monaca di clausura a seguirlo sul luogo del delitto puntandogli contro una pistola. Grottesco.
Alexandre Aja esprime, ancora una volta, grande capacità a mostrare lo splatter. Belle, in tal senso, le scene di morte: macabre e scioccanti al punto giusto.
Siamo alle solite, insomma: di idee interessanti ce ne erano, forse anche più che in passato, ma pare che il regista francese non sia riuscito a gestire la “consueta” macchina produttiva statunitense che, tra “riflessi” e storie di malattie mentali, annega i buoni momenti visivi in un confusionario splatter movie, come già è successo per altre pellicole tratte da horror orientali.
Bello il finale invece, a sorpresa.

Diego Altobelli (10/2008)

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