Tratto dal romanzo di Cormac McCarthy vincitore del premio Pulitzer nel 2007, "The Road" diretto dal regista John Hillcoat mantiene intatto la sua natura evocativa e violenta.
In un futuro imprecisato il Mondo è alla deriva. Bande di uomini e donne si aggirano per città vuote alla ricerca di case da depredare e persone da mangiare. In questo scenario inquietante, un uomo e suo figlio cercano di rimanere in vita, seguendo la strada, ma tenendosi anche a dovuta distanza da quella…
La grandezza del testo di McCarthy sta nella volontà di raccontare una storia crepuscolare rifiutando categoricamente ogni atto eclatante, ogni gesto eroico, qualunque evoluzione narrativa che potesse portare la storia nel territorio letterario che appartiene al “genere”. McCarthy, insomma, ha raccontato una storia di personaggi normali, ma inseriti all’interno di un contesto senza speranza: la fine del Mondo, appunto. Volutamente non ci viene spiegato nulla di quanto è accaduto alla Terra, e a fare compagnia il lettore (e ora lo spettatore) sono solo i ricordi dei due personaggi, le loro suggestioni e le loro emozioni. La forza di "The Road" è che quelle emozioni diventano il testo. Il romanzo. Dimostrando al lettore che non c’è bisogno di altro.
Il film di John Hillcoat rispetta fedelmente il testo di McCarthy, divenendo a tratti persino didascalico. Come si diceva all’inizio, mantiene intatta la natura evocativa e violenta, onirica e crepuscolare. Bravissimi gli interpreti tra cui spiccano i protagonisti Viggo Mortensen, capace di espressioni tanto umane da sembrare impossibili; Charlize Theron, il cui personaggio in questo rifacimento cinematografico viene leggermente approfondito; e il bambino Garret Dillahunt, efficace. Compare anche un irriconoscibile Robert Duvall nei panni di un vecchio uomo, la cui interpretazione non si dimentica facilmente.
Diego Altobelli (2009)
In un futuro imprecisato il Mondo è alla deriva. Bande di uomini e donne si aggirano per città vuote alla ricerca di case da depredare e persone da mangiare. In questo scenario inquietante, un uomo e suo figlio cercano di rimanere in vita, seguendo la strada, ma tenendosi anche a dovuta distanza da quella…
La grandezza del testo di McCarthy sta nella volontà di raccontare una storia crepuscolare rifiutando categoricamente ogni atto eclatante, ogni gesto eroico, qualunque evoluzione narrativa che potesse portare la storia nel territorio letterario che appartiene al “genere”. McCarthy, insomma, ha raccontato una storia di personaggi normali, ma inseriti all’interno di un contesto senza speranza: la fine del Mondo, appunto. Volutamente non ci viene spiegato nulla di quanto è accaduto alla Terra, e a fare compagnia il lettore (e ora lo spettatore) sono solo i ricordi dei due personaggi, le loro suggestioni e le loro emozioni. La forza di "The Road" è che quelle emozioni diventano il testo. Il romanzo. Dimostrando al lettore che non c’è bisogno di altro.
Il film di John Hillcoat rispetta fedelmente il testo di McCarthy, divenendo a tratti persino didascalico. Come si diceva all’inizio, mantiene intatta la natura evocativa e violenta, onirica e crepuscolare. Bravissimi gli interpreti tra cui spiccano i protagonisti Viggo Mortensen, capace di espressioni tanto umane da sembrare impossibili; Charlize Theron, il cui personaggio in questo rifacimento cinematografico viene leggermente approfondito; e il bambino Garret Dillahunt, efficace. Compare anche un irriconoscibile Robert Duvall nei panni di un vecchio uomo, la cui interpretazione non si dimentica facilmente.
Diego Altobelli (2009)
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