Anno: 2008
Regia: Olivier Assayas
Festival Internazionale del Film di Roma 2008 - Proiezione Speciale
Olivier Assayas torna con grande stile al cinema con un lungometraggio a tema famigliare toccante, quanto elegante.
Un lutto improvviso colpisce una famiglia dell'alta borghesia francese. Resosi conto di non poter usufruire della casa di campagna, rifugio oltre che di ricordi anche di preziosi oggetti d'antiquariato, i figli della donna scomparsa decidono di venderla.
Sarà un'occasione per riunirsi, prima di tornare nuovamente lontani...
A colpire lo sguardo, questa volta, è l'attenzione che Olivier Assayas riserva agli oggetti e alla scenografia, parte integrante della trama: molti "pezzi" di antiquariato, tra quadri e mobilio, che assurgono a ruolo di contenitori di conoscenza e ricordi.
Attorno a loro si muovono infatti i personaggi che si interrogano sulle loro vite da adulti, e sul peso delle loro future scelte grazie a una sceneggiatura che dà la sensazione d'esser sospesa e quasi impalpabile.
La regia di Assayas, che ci ha abituato a vere ispirazioni di tipo sperimentale (basti pensare al finale di "Imma Vep" o ai movimenti di camera in "Demonlover"), questa volta è regale, elegante e austera e senza guizzi di tipo artistico.
Vale la pena, infine, spendere due parole sulla recitazione del cast: Juliette Binoche, Charles Berling e Jeremie Renier interpretano con forza la parte di tre fratelli messi di fronte la morte della madre, una splendida Edith Scob, tratteggiando un ritratto di famiglia complesso e crepuscolare. Un film quasi bergmaniano, dove il trascorrere del tempo si concilia con la rassegnazione di sentirsi vivi.
Olivier Assayas ha nuovamente lasciato il segno nel mondo del Cinema.
Diego Altobelli (10/2008)
estratto da http://filmup.leonardo.it/lheuredete.htm
Regia: Olivier Assayas
Festival Internazionale del Film di Roma 2008 - Proiezione Speciale
Olivier Assayas torna con grande stile al cinema con un lungometraggio a tema famigliare toccante, quanto elegante.
Un lutto improvviso colpisce una famiglia dell'alta borghesia francese. Resosi conto di non poter usufruire della casa di campagna, rifugio oltre che di ricordi anche di preziosi oggetti d'antiquariato, i figli della donna scomparsa decidono di venderla.
Sarà un'occasione per riunirsi, prima di tornare nuovamente lontani...
A colpire lo sguardo, questa volta, è l'attenzione che Olivier Assayas riserva agli oggetti e alla scenografia, parte integrante della trama: molti "pezzi" di antiquariato, tra quadri e mobilio, che assurgono a ruolo di contenitori di conoscenza e ricordi.
Attorno a loro si muovono infatti i personaggi che si interrogano sulle loro vite da adulti, e sul peso delle loro future scelte grazie a una sceneggiatura che dà la sensazione d'esser sospesa e quasi impalpabile.
La regia di Assayas, che ci ha abituato a vere ispirazioni di tipo sperimentale (basti pensare al finale di "Imma Vep" o ai movimenti di camera in "Demonlover"), questa volta è regale, elegante e austera e senza guizzi di tipo artistico.
Vale la pena, infine, spendere due parole sulla recitazione del cast: Juliette Binoche, Charles Berling e Jeremie Renier interpretano con forza la parte di tre fratelli messi di fronte la morte della madre, una splendida Edith Scob, tratteggiando un ritratto di famiglia complesso e crepuscolare. Un film quasi bergmaniano, dove il trascorrere del tempo si concilia con la rassegnazione di sentirsi vivi.
Olivier Assayas ha nuovamente lasciato il segno nel mondo del Cinema.
Diego Altobelli (10/2008)
estratto da http://filmup.leonardo.it/lheuredete.htm
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