Anno: 2009
Regia: Zack Snyder
Distribuzione: Warner Bros.
Leggi lo speciale pubblicato su: http://www.moviesushi.it/html/article.php?id=1349 e scova tutti gli articoli ad esso collegati.
Tra polemiche e beghe legali, alla fine Zack Snyder ce l’ha fatta a portare sul grande schermo la sua versione di Watchmen, capolavoro a fumetti firmato da Alan Moore e Dave Gibbons nel lontano 1986. Operazione ambiziosa, per un regista definito “visionario” (o furbo?) alle prese con universi alternativi ed eroi mascherati.
Anni Ottanta. In un una realtà alternativa, Richard Nixon è stato eletto per la quinta volta alla presidenza degli Stati Uniti e la Russia minaccia di lanciare testate nucleari sulla costa est dell’America. A causa di un sistema politico così alla sbaraglio, la società presto diviene caotica e priva di punti di riferimento. In questo contesto, un gruppo di uomini, più che altro ex poliziotti, decide di combattere il crimine indossando una identità mascherata. La nostra storia ha inizio quando uno di questi eroi, il Comico, viene ritrovato morto. Colui che si fa chiamare Rorscharch, un uomo celato da una maschera simile ai disegni dell’omonimo test psichiatrico, comincia a indagare sul caso...
Inizia come un noir, si sviluppa come un intreccio sentimentale, si chiude con un combattimento di arti marziali. Confuso, prolisso, anche noiosetto, il Watchmen di Zack Snyder sembra tentare varie strade nel corso delle sue due ore e mezza di girato. Ricalca il testo originale in alcune parti, in altre lo re-interpreta, qua lo allunga e là lo accorcia a piacimento, ma senza un vero criterio. Il sangue scorre a fiumi, i combattimenti divengono improbabili, le scene di sesso esasperate all’inverosimile. È Watchmen, ci sono le stesse immagini e persino i dialoghi e i testi sono i medesimi della graphic novel, ma non sembra lui.
Del resto l’operazione era difficile (si legga impossibile) in partenza. Troppi i riferimenti storici e politici e troppi i complessi meccanismi semantici all’interno dell’opera originale. L’opera di Moore e Gibbons era soprattutto una storia sul potere, diluita in circa quattrocento pagine di fumetto. Il film di Snyder invece si perde, quasi subito, cercando di raccapezzarsi come meglio può nel complesso lavoro di trascrizione. E nella scelta se attualizzare il testo (oramai a ben vedere decisamente datato) o rimanerne fedele, Snyder pecca di insicurezza. Dimentichiamoci la simmetria che caratterizzava il fumetto; dimentichiamoci la verosimiglianza (che era poi anche la vera forza dell’opera); e tuffiamoci in questo delirio autocompiaciuto sul mondo dei fumetti in genere. Il Gufo Notturno è Batman, Spettro di Seta è Catwoman (solo che fa più sesso…), e via così in un mondo immaginario che però, incomprensibilmente, viene dato per scontato e descritto da una colonna sonora che annaspa in una improbabile “operazione nostalgia”.
Sul grande schermo, un Watchmen “attualizzato” (Nixon come Bush, o il Vietnam come l’Iraq) avrebbe trasmesso forse più emozioni. Ma ci voleva un altro Alan Moore per renderlo coerente e di fatto si sarebbe trattato di un’altra cosa. L’alternativa, evidentemente, non era Zack Snyder, ma rinunciare in partenza.
Diego Altobelli (03/2009)
estratto da http://www.moviesushi.it/html/article.php?id=1355
Leggi anche la recensione pubblicata su: http://www.tempimoderni.com/db/dbfilm/film.php?id=2022
Regia: Zack Snyder
Distribuzione: Warner Bros.
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Tra polemiche e beghe legali, alla fine Zack Snyder ce l’ha fatta a portare sul grande schermo la sua versione di Watchmen, capolavoro a fumetti firmato da Alan Moore e Dave Gibbons nel lontano 1986. Operazione ambiziosa, per un regista definito “visionario” (o furbo?) alle prese con universi alternativi ed eroi mascherati.
Anni Ottanta. In un una realtà alternativa, Richard Nixon è stato eletto per la quinta volta alla presidenza degli Stati Uniti e la Russia minaccia di lanciare testate nucleari sulla costa est dell’America. A causa di un sistema politico così alla sbaraglio, la società presto diviene caotica e priva di punti di riferimento. In questo contesto, un gruppo di uomini, più che altro ex poliziotti, decide di combattere il crimine indossando una identità mascherata. La nostra storia ha inizio quando uno di questi eroi, il Comico, viene ritrovato morto. Colui che si fa chiamare Rorscharch, un uomo celato da una maschera simile ai disegni dell’omonimo test psichiatrico, comincia a indagare sul caso...
Inizia come un noir, si sviluppa come un intreccio sentimentale, si chiude con un combattimento di arti marziali. Confuso, prolisso, anche noiosetto, il Watchmen di Zack Snyder sembra tentare varie strade nel corso delle sue due ore e mezza di girato. Ricalca il testo originale in alcune parti, in altre lo re-interpreta, qua lo allunga e là lo accorcia a piacimento, ma senza un vero criterio. Il sangue scorre a fiumi, i combattimenti divengono improbabili, le scene di sesso esasperate all’inverosimile. È Watchmen, ci sono le stesse immagini e persino i dialoghi e i testi sono i medesimi della graphic novel, ma non sembra lui.
Del resto l’operazione era difficile (si legga impossibile) in partenza. Troppi i riferimenti storici e politici e troppi i complessi meccanismi semantici all’interno dell’opera originale. L’opera di Moore e Gibbons era soprattutto una storia sul potere, diluita in circa quattrocento pagine di fumetto. Il film di Snyder invece si perde, quasi subito, cercando di raccapezzarsi come meglio può nel complesso lavoro di trascrizione. E nella scelta se attualizzare il testo (oramai a ben vedere decisamente datato) o rimanerne fedele, Snyder pecca di insicurezza. Dimentichiamoci la simmetria che caratterizzava il fumetto; dimentichiamoci la verosimiglianza (che era poi anche la vera forza dell’opera); e tuffiamoci in questo delirio autocompiaciuto sul mondo dei fumetti in genere. Il Gufo Notturno è Batman, Spettro di Seta è Catwoman (solo che fa più sesso…), e via così in un mondo immaginario che però, incomprensibilmente, viene dato per scontato e descritto da una colonna sonora che annaspa in una improbabile “operazione nostalgia”.
Sul grande schermo, un Watchmen “attualizzato” (Nixon come Bush, o il Vietnam come l’Iraq) avrebbe trasmesso forse più emozioni. Ma ci voleva un altro Alan Moore per renderlo coerente e di fatto si sarebbe trattato di un’altra cosa. L’alternativa, evidentemente, non era Zack Snyder, ma rinunciare in partenza.
Diego Altobelli (03/2009)
estratto da http://www.moviesushi.it/html/article.php?id=1355
Leggi anche la recensione pubblicata su: http://www.tempimoderni.com/db/dbfilm/film.php?id=2022
1 commento:
Non ho letto il fumetto ma il film è veramente scandaloso!!
Dai film tratti da fumetti non ci si aspetta tanto ma questo non riesce a suscitare nemmeno uno sbadiglio!!
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