martedì 31 luglio 2007

Crank

Anno: 2007
Regia: Mark Neveldine e Brian Taylor
Distribuzione: 01 Distribuzione

I registi Mark Neveldine e Brian Taylor provengono dalla pubblicità, campo professionale dove hanno realizzato con successo spot per Nike, Motorola, Budweiser, e molte altre multinazionali. Da quel mondo, in cui bisogna imparare a enfatizzare il prodotto da vendere per non venire schiacciati dalla concorrenza, Neveldine e Taylor saccheggiano idee per realizzare “Crank”, un film che come uno spot cerca di darti tutto in poco tempo.

Chev è un killer a pagamento che una mattina si sveglia con una dose di veleno mortale nel sangue. A somministrargliela nel sonno è un suo rivale, con cui aveva dei conti in sospeso. Presto Chev capisce che il virus iniettato nelle vene non è un veleno “normale”, ma una diabolica “trappola cinese”: per sopravvivere infatti l’uomo deve mantenere il tasso di adrenalina nel sangue sempre a livelli altissimi, altrimenti il suo cuore si fermerà...

Jason Statham, dopo il successo in home video di “The Transporter”, ribadisce la sua predilezione nel vestire i panni di un killer senza scrupoli, con poca umanità e tanta determinazione. Nella sua interpretazione, a fianco a quella della poco nota Amy Stuart, c’è tutto il divertimento del film. Una pellicola che, tra citazioni ai noti “The Blues Brothers” (la scena dell’inseguimento nel centro commerciale ne è un “omaggio” palese) e “Die Hard”, non fa altro che strappare qualche sorriso nelle molte trovate grottesche. Si ride quindi, e senza aspettative si arriva a un finale a effetto che lascia perplessi.

Quello che colpisce in “Crank” non è la trama, figlia della generazione di ragazzi cresciuti tra videogames e spot pubblicitari. Non è nemmeno la regia, furba nel creare diversivi - pellicola sporca, filtri sull’obiettivo, carrellate al contrario - utili quando non si hanno idee su come rappresentare qualcosa sullo schermo. Neppure la recitazione è memorabile: urlata, enfatizzata, specchio riflesso di condizioni narrative improbabili. No, quello che colpisce in “Crank” è solo il coraggio dei due registi nel proporre un film che segue le medesime regole della pubblicità: brevità, finale a sorpresa, appagamento fittizio.

Diego Altobelli (07/2007)

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