venerdì 25 aprile 2008

Step-Up 2

Anno: 2008
Regia: John Chu
Distribuzione: Moviemax

La giovane Andy, rimasta orfana, si trasferisce insieme alla zia nel Maryland. Andy ha un’unica passione: quella per la danza di strada che purtroppo la coinvolge, di tanto in tanto, in giri poco raccomandabili. Proprio per far allontanare la ragazza dalle cattive compagnie, la zia iscrive Andy alla Maryland School of Arts. Malgrado la vergogna per essere diventata una “brava ragazza” agli occhi dei suoi vecchi compagni, Andy troverà la forza per riscattare il suo orgoglio e vincere la “The Street”, una competizione clandestina di danzatori di strada...

“La musica unisce tutti”, diceva qualcuno, e guardando “Step-Up 2”, diretto con sguardo appassionato dall’esordiente John M. Chu, lo stesso si può dire per la danza.
Il secondo capitolo, che ricalca quasi in fotocopia la trama del primo, riporta lo spettatore in un universo fatto di salti acrobatici, sfide all’ultimo passo (le cui regole continuano a sfuggire al povero pantofolaio che guarda il film), tanto sudore, fatica, e un pizzico di sana voglia di vincere e vivere gli anni della giovinezza. Questo lo spirito di un film che non ha pretese cinematografiche se non quelle di intrattenere un pubblico di appassionati, ballerini o coreografi che con molta probabilità si ritroveranno ad entusiasmarsi di fronte alle incredibili coreografie e acrobazie dei protagonisti. Certo, al resto del pubblico rimane ben poco: una sceneggiatura piuttosto piatta, caratterizzata da personaggi che ricordano non troppo velatamente la serie di culto “Saranno famosi”, e che non sembrano molto interessati al dialogo, piuttosto al ballo, sempre e comunque. Ecco che quindi ci si ritrova di fronte situazioni anche un poco surreali e involontariamente comiche in cui un passo di danza diventa la risposta alla domanda: “...Che fai stasera?”. Grottesco.

Ultimo appunto sulle coreografie, tutte concentrate nella competizione finale che si conclude con una lunghissima sequenza di ballo sotto la pioggia che molti hanno interpretato come un omaggio alla celebra scena di Gene Kelly in “Cantando sotto la pioggia”. Ma più che un omaggio, osservando attentamente il film, ad alcuni potrebbe apparire come una “sfida”, lanciata da una giovane filmografia piena di energia, ma con poco, pochissimo metodo.

Diego Altobelli (04/2008)
estratto da http://www.tempimoderni.com/db/dbfilm/film.php?id=1865

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