mercoledì 6 aprile 2011

Kick-Ass

Anno: 2011
Regia: Matthew Vaughn

Il regista Matthew Vaughn, esordiente nel 2004 con “Pusher”, torna dietro la macchina da presa per dirigere “Kick – Ass”, pellicola ispirata alla graphic novel firmata da Mark Millar, autore del rilancio dei Vendicatori, e John Romita Jr, celebre disegnatore di comic e le cui opere vengono in questa pellicola utilizzate per raccontare il passato di uno dei protagonisti.

Dave è il tipico adolescente problematico. Orfano di madre, un padre assente, pochi amici, nessuna confraternita di cui poter o voler far parte, nessuna ragazza... quando nella sua vita arriva il giorno della svolta. Decide di indossare una identità mascherata e cercare il riscatto sotto forma di super eroe. Scoprirà un mondo di malavita organizzata e psicopatici mascherati…

Che sia nato dal cinema o dal fumetto, vero è che ormai si può parlare di sottogenere. Quello che vede una storia incentrata su un gruppo di personaggi, che si infilano un passamontagna e decidono di fare i supereroi. E se non c’è una qualsivoglia forma di mascheramento per il volto, ci sono alcuni cliché ricorrenti. Il background studentesco; gli adolescenti incompresi; una violenza esasperata; una setta segreta, ecc… Gli esempi sono divenuti nel giro di pochi anni numerosissimi. “Watchmen”, “Wanted”, i recenti “Scott Pilgrim” e “Green Hornet”; ma c’erano state anche incarnazioni cinematografiche collaterali al genere come il silenzioso “Gardener of Eden – Il giustiziere senza legge” o il divertente “Hancock”. Tutte produzioni che condividevano un medesimo campo narrativo: quello del supereroe senza superpoteri. Una specie di utopia narrativa.

Tutto questo per introdurre quindi, non senza un pizzico di snobismo, l’ennesima produzione prima fumettistica, poi cinematografica, volta a dissacrare (ancora una volta) il mondo dei supereroi “veri” come Spider-man o Superman. In questo caso (ma come in molti altri) gli autori che si gettano nell’impresa hanno curriculum eccellenti. Millar rilanciò il personaggio di The Punisher e dei Vendicatori (dati dalla stessa casa editrice che li pubblicava per “finiti”); Romita Jr, invece non ha bisogno di presentazioni in quanto ha caratterizzato per anni i disegni dei personaggi dei fumetti più famosi d’America. Il risultato che si ottiene in questa incarnazione cinematografica di “Kick-Ass” è il medesimo di sempre (e che novità, verrebbe da dire): il supereroe come figura viene bistrattata a favore di un cinismo dilagante che fa i buffetti a una violenza splatter – hardcore che definire sopra le righe in questo caso è fare facile ironia. I buoni (una bambina di 11 anni, un ex poliziotto psicopatico e un diciassettenne impacciato) tagliano, affettano, infilzano e elettrificano qualunque cosa si muova sullo schermo. I cattivi, d’altro canto, rispondono interrogando (si fa per dire) i malcapitati per scoprire le identità dei suddetti protagonisti, salvo poi sistematicamente sfuggirgli di mano la situazione e uccidere le persone nei formi a microonde (!).

Il finale? Meravigliosamente nonsense dove il combattimento clou si risolve tra la bambina di undici anni e il capo della malavita a colpi di bazooka. Si dirà che tutto è volutamente sopra le righe, e che il fumetto (altra indimenticabile opera letteraria da mettere al fianco dei grandi classici contemporanei) è decisamente più riuscito e coinvolgente del film. Ma la domanda è semplice quanto disarmante. Perché? La risposta come al solito non ci viene data, e probabilmente anche questo fa parte del suddetto “genere”, e alla fine ce ne torniamo a casa. Nicholas Cage, a sorpresa di tutti, salva il film con una recitazione una volta tanto eccellente. Il resto è nella sufficienza. La mancanza assoluta di equilibrio tra commedia e dramma lascia perplessi, ma la regia si salva. Si ride, per non piangere.

Diego Altobelli (03/2011)

1 commento:

Luciano ha detto...

Un buon film, ma in effetti non esaltante, motivo per cui non mi sono ancora deciso a scriverne.