Regia: Ingmar Bergman
Il viaggio di un vecchio medico che, giunto ad un punto di arrivo della sua vita (un prestigioso riconoscimento accademico) si trova a rimettere in discussione tutta la sua esistenza e a ricercare, attraverso sogni e visioni, il suo "posto delle fragole". Un luogo dove ritrovare, e riscoprire, lo stupore...
Orso d'oro a Berlino nel 1958, Golden Globe come miglior film straniero nel 1960 e nominato agli oscar per la sceneggiatura nello stesso anno. Per molti uno dei migliori film di Bergman, affianco a "Il settimo sigillo" e "Fanny e Alxander", in assoluto una delle più grandi pellicole nella storia del Cinema. Delicato, profondo, avvincente e visionario: ne "Il posto delle fragole" c'è virtualmente racchiuso tutto quello che c'è da sapere sul Cinema. Una tecnica perfetta, data da un chiaro scuro nitido quanto eterno e una accuratezza delle inquadrature raramente viste, o ritrovate, sul grande schermo; una storia nostalgica e malinconica, in sintonia con lo spirito conflittuale del regista dove sono presenti l'attraversamento della linea d'ombra (l'incubo) e la fine della vecchiaia, visto come un nuovo inizio (il ricordo); e una regia esemplare, che pesca nel neorealismo (il viaggio quotidiano) e nell'espressionismo (quello onirico) tedesco le basi per rivoluzionare il modo di osservare il sogno. Capolavoro.
Hanno scritto:
"La costruzione è perfetta, l'intrecciarsi tra realtà, sogni e ricordi è dato da una sceneggiatura rimasta come un classico nella storia del cinema." Trosatti/ Il Castoro
"E' forse il più alto risultato di Bergman degli anni '50." M. Morandini / Zanichelli
Diego Altobelli (07/2007)
1 commento:
Un film che vedo sempre con piacere. Un film che mi emoziona fino a trasportarmi nei miei "tempi passati" e a farmi riflettere sull'enigma della morte che si respira fotogramma dopo fotogramma, anche se, giustamente come affermano molti, c'è un lieto fine.
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