mercoledì 27 ottobre 2010

The American

Anno: 2010
Regia: Anton Corbijn
Distribuzione: UIP

Il killer a pagamento Jack si trova in un brutto guaio: la mafia svedese non ha gradito l’ultimo “lavoretto” e si è messa sulle sue tracce per toglierlo di mezzo. Costretto a fuggire, Jack su consiglio di un amico, si rifugia nei paesini dell’Abruzzo dove conosce Clara, una prostituta che gli fa perdere la testa…

E’ un noir alla francese, questo “The American”. Malgrado il regista, Anton Corbijin, sia olandese; malgrado il film sia ambientato in Italia, in un Abruzzo “senza tempo”; e malgrado di francese non abbia neppure il cast. Però, come in un film sceneggiato da Jacques Prévert ai tempi del cosiddetto “realismo poetico” dei vari Marcel Carné, Abel Gance e Jean Vigò, George Clooney in “The American” è davvero espressivo nel ruolo di killer stanco di ammazzare e deciso a cambiare vita. L’attore parla poco, si trova a disagio con la lingua italiana, si guarda intorno con sospetto, è malinconico, mentre il sorriso sornione si fa via via più triste e consapevole del destino cui sta andando incontro. A fargli da spalla la bella Violante Placido che, pur non esaltando, convince iniettando un po' di umanità a un personaggio altrimenti algido.

Ma ciò che più sorprende di “The American”, tratto dal romanzo di Martin Booth “A very private man”, è la regia di Anton Corbijin, capace di descrivere la solitudine di Jack non rinunciando al climax narrativo, sempre in bilico tra attesa e azione. Corbijin, quindi, si rifà direttamente agli anni Trenta e Quaranta del cinema francese e riesce a catturare la stessa rarefatta malinconia di quei capolavori. E come in quei film, sembra voler dare priorità alla cristallizzazione del volto umano sulla pellicola. Alla “poetica” del vivere, alla sopravvivenza dei caratteri oltre la narrazione.

“The American” è stato definito dallo stesso Clooney il film del riscatto dell’Abruzzo, e dalla stampa americana come il più “oscuro” della filmografia di Clooney. Ebbene, a dire il vero “The American” non è né l’una né l’altra cosa, ma semplicemente un buon film. Diverso e, per i motivi sopra espressi, anche coraggioso.

Diego Altobelli (09/2010)
estratto da http://www.tempimoderni.com/db/dbfilm/film.php?id=2185

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