venerdì 22 giugno 2007

Les choristes - I ragazzi del coro

Anno: 2005
Regia Christophe Barratier
Distribuzione: Filmauro

Nel 1949, Clément Mathieu, un ex-insegnante appassionato di musica rimasto senza lavoro, viene assunto come sorvegliante in un istituto di rieducazione minorile. Ma ben presto si rende conto che il sistema educativo vigente nell'istituto è terribilmente repressivo per i giovani ragazzi. Quando capisce che il direttore Rachin non intende cambiare metodi educativi, il quarantenne sorvegliante si improvvisa insegnante di musica e, attraverso il canto e l'organizzazione di un coro, riuscirà a rendere la vita degli alunni più facile da affrontare.

E' il primo lungometraggio di Christophe Barratier, chitarrista di formazione classica con una laurea di concertista. La sua prima esperienza cinematografica è molto recente e risale al 2001, quando gira un cortometraggio tratto da un racconto di Maupassaunt, Les Tombales. Ha al suo attivo il merito di aver prodotto i documentari: Microcosmos, Himalaya, e Il popolo migratore per la casa di produzione Galatée Films. Per Les choristes ha già vinto il premio CGS al Giffoni Film Festival 2004.

La trama del film è ricollegabile a produzioni come L'attimo fuggente o Scoprendo Forrester, di cui mantiene il fine ultimo di raccontare "delicatamente" le confusioni emotive di bambini prodigio in piena età adolescenziale. Il film, pur avendo un'ottima fotografia, luminosa e nitida, ed un montaggio perfetto tra musica e immagini, motivi questi che lo porta ad avere una candidatura agli oscar 2004 come miglior film straniero, non riesce a penetrare fino in fondo nell'animo dello spettatore, risultando solo "piacevole" e nulla più. La storia, pure con l'escamotage di essere raccontata in flash-back, purtroppo risulta debole e fine a se stessa, piena di buoni sentimenti e retoriche buoniste. Insomma è un film "furbo" che dal punto dal punto di vista puramente tecnico è innegabilmente ben realizzato, il cui giudizio però viene minato, in ultima analisi, da una trama che pare avere fini esclusivamente educativi senza possedere un più intenso significato sottotestuale.

Diego Altobelli (03/2005)
estratto da www.tempimoderni.com

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