Regia: Toshihiro Hirano
Distribuzione: Mikado
Anno 19XX. Il mondo intero è sconvolto dalla terza guerra mondiale. Le città sono state spazzate via e l’acqua è diventata il bene più prezioso, spesso anche oggetto di bande di predoni e saccheggiatori. Tre uomini potrebbero riportare l’ordine mondiale e la pace: Toki, Ken e Raul, discendenti dell’Hokuto Shinken, sacra scuola di arti marziali. Ma se Toki, il più equilibrato dei tre, è intossicato dalle radiazioni nucleari ed ha quindi i giorni contati, rimane a Ken e Raul risolvere la faccenda in quanto, la scuola di Hokuto, prevede un solo successore. Ken basa la sua vita sul rispetto dei valori umani; Raul invece, conosce solo la forza e si auto proclama Imperatore del Mondo. Lo scontro è inevitabile...
Ammettiamolo: in Italia, molto rispetto per gli anime giapponesi non ne abbiamo mai avuto. Diciamolo pure senza vergogna. Dai tempi in cui Alessandra Valeri Manera, con un paio di forbici (come fosse una creatura della notte di certe fiabe gotiche), tagliuzzava scene e sequenze considerate troppo audaci o violente, le cose non sono poi cambiate di molto. Ne è la prova l’arrivo nelle sale di Ken il guerriero - La leggenda di Raul: un film che sulla carta potrebbe far rivivere certe emozioni a tanti trentenni appassionati, ma che soccombe inesorabilmente sotto i colpi di un adattamento italiano discutibile e una presentazione sgangherata. Il film diretto da Toshihiro Hirano, è infatti il terzo di una serie di cinque film dedicati ognuno a un personaggio della serie animata, e si ricollega concettualmente a un discorso iniziato nei manga usciti in questi ultimi anni in Giappone (inediti in Italia), volti ad ampliare la prima, antica serie (Hokuto no Ken, uscita nel 1983). Il primo film, col titolo La leggenda di Hokuto, è uscito in sordina in DVD; stessa cosa dicasi per il secondo capitolo di questa pentalogia, La leggenda di Julia. Ora, la domanda viene spontanea: come mai La leggenda di Raul esce nei cinema? Che abbiano pensato che Raul è più “fico”? Ci si chiede: ma che criterio è? Non bisognerebbe invece, considerare un’opera, quale essa sia, nella sua ottica globale? E invece, no. Quindi eccolo qui, in tutta la sua (non) magnificenza, il capitolo incentrato sulle gesta di Raul arrivare nelle sale italiane da solo. Purtroppo per la buona Yamato Video che distribuisce la pellicola, però, in questo caso il film d’animazione è anche bruttino e fondamentalmente inutile.
La sceneggiatura, scritta da Nobuhiko Horie, Yoshinobu Kano e Katsuhiko Kanabe, è la mera riproposta, noiosa e pedante, di alcune sequenze della prima serie. Ritroviamo Raul (inspiegabilmente con i capelli bianchi) legato sentimentalmente a tale Reina, (una rossa...), ma segretamente innamorato di Julia (mora?). Confusione di parrucchini a parte, il film risulta troppo prolisso, persino per il fan più sfegatato. La regia non si spinge molto oltre i primi piani e anche le scene di combattimento, che costituiscono l'ossatura della serie, non sono entusiasmanti come ci si aspetterebbe. Insomma, una delusione.
Infine, il doppiaggio altalenante e la resa grafica non eccelsa (anzi, proprio bruttina), completano il quadro già non entusiasmante. Dispiace parlare in questi termini di un film d’animazione giapponese, ma Ken il guerriero – La leggenda di Raul non riesce a rinnovarsi e a stare al passo coi tempi, risultando troppo antiquato e, in fondo, decisamente già visto. Oltretutto, di film riassuntivi della serie ne avevano già fatto uno (qualcuno se lo ricorda?), perché quindi questo? Probabilmente, visto in un’ottica più ampia, inserendolo cioè nella pentalogia, il film acquista più senso. Ma siamo in Italia, e grande rispetto per gli anime giapponesi non ne abbiamo mai avuto...
Diego Altobelli (07/2009)
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