giovedì 16 luglio 2009

Ultimatum alla Terra

Anno: 2009
Regia: Scott Derrickson
Distribuzione: 20th Century Fox

C’è un grosso problema alla base di questo Ultimatum alla Terra: il titolo. La ragione risiede nel fatto che nel 1951 - anno in cui uscì al cinema l’originale di Robert Wise di cui questo con Keanu Reeves vuole essere il remake – gli adattatori dei film americani dell’epoca ne cambiarono il titolo che da The day the Earth Stood Still (che suona in italiano tipo Il giorno in cui la Terra rimase immobile), si trasformò nel più roboante Ultimatum alla Terra, in quanto il film finiva effettivamente con il messaggio che l’alieno Klatuu lanciava al Mondo prima di ripartire con la propria astronave. Purtroppo, però, di “ultimatum” in questo remake diretto senza guizzi particolari da Scott Derrickson, non v’è traccia. Nessun messaggio. Nessuna rivelazione da dire al mondo. L’alieno riparte e stop. Ci si chiede, non senza un pizzico di polemica, se all’adattamento costasse grande fatica lasciare, questa volta, il titolo originale e magari mettere Ultimatum alla Terra come sottotitolo: misteri del Cinema made in Italy.

Andando oltre la polemica, doverosa però per chi ha amato l’originale del ‘51, passiamo alla recensione vera e propria.

La trama: un’astronave giunge sulla Terra. Da essa scendono Klatuu, un alieno dalle fattezze umane e Gort, un robot imponente e dai poteri sovrannaturali. Quando i due alieni vengono catturati dall’esercito, le loro strade si dividono. Ma mentre Klatuu riesce a fuggire, contando anche sull’amicizia di una scienziata e del figlio adottivo; Gort si trasforma in una specie di sciame di cavallette cosmiche che disintegrano qualunque cosa al loro passaggio. Fermare Gort diverrà lo scopo dell’alieno Klatuu, convinto al disperato gesto dall’amore mostrato dal bambino e dalla madre per la perdita di un loro caro…

Dopo Invasion, anch’esso tratto da un classico dei B-Movie degli anni Cinquanta, ci troviamo ancora davanti un remake mediocre. Nella pellicola di Scott Derrickson mancano tutti quegli elementi che avevano affascinato e reso celebre l’originale di Robert Wise. In particolar modo si avverte la mancanza del rapporto bambino-alieno, lì vera colonna portante della trama mentre qui solo accennato, e del già menzionato messaggio politico (molto inquietante, tra l’altro, che somigliava ai discorsi dell’ex-presidente americano Bush) che rendeva la pellicola di Wise un vero cult per gli amanti dei cosiddetti “film-propaganda”, di cui quelli di fantascienza degli anni Cinquanta e Sessanta, in piena Guerra Fredda, furono evoluzione diretta.

Keanu Reeves si muove sullo schermo con fare circospetto, richiamando alla mente più che la saga di Matrix, il sempre verde Johnny Mnemonic: la sua recitazione insomma piace, ma non appassiona. Migliorano le cose se si guarda la coprotagonista Jennifer Connelly, anche se la preferivamo al fianco dell’incredibile Hulk, invece che del poco credibile Klatuu. Grande Kathy Bates, invece, nella parte di una parlamentare che fa la veci del presidente degli Stati Uniti: nell'originale questo ruolo spettava a un uomo, prova provata dei tempi che cambiano.

Diego Altobelli (07/2009)

1 commento:

Luciano ha detto...

Non ho visto neppure questo nonostante sia appassionato di fantascienza anche se non ho letto nemmeno una recensione positiva.