Regia: Todd Philips
Distribuzione: Warner Pictures
Con Una notte da leoni torna il regista di Starsky & Hutch e Road Trip: Todd Phillips. L’idea alla base del soggetto era già stata sperimentata dal film Fatti strafatti e strafighe, dove due giovani non ricordavano nulla della notte precedente, ma in questo caso il risultato appare più maturo e anche più divertente.
Quattro amici si recano a Las Vegas per festeggiare l’addio al celibato di uno di loro. La mattina dopo alla peccaminosa nottata si svegliano nella stanza da letto senza ricordarsi nulla di quello che è avvenuto. Ma oltre al fatto di ritrovarsi sconvolti, con la camera da letto distrutta, una tigre nel bagno, un bebè abbandonato nell’armadio e decisamente malmessi, la cosa più grave è che colui che doveva sposarsi è scomparso. I tre "superstiti" cominciano così una caccia all’uomo per capire cosa è successo la notte prima...
Lasciare il titolo originale, The Hangover (letteralmente: postumi), avrebbe reso meglio l’idea alla base del film. Ma a parte questa minuscola inezia, dovuta all’adattamento italiano, si può affermare con estrema tranquillità che Una notte da leoni è semplicemente un irresistibile fiume in piena di risate. Dopo i titoli di testa che si ricordano per la musica curiosamente straniante, al punto da far dubitare di stare vedendo il film giusto (!), la commedia di Todd Phillips si propone come un film a metà strada tra Suxbad – Tre menti sopra il pelo e il già citato Fatti strafatti e strafighe. Il primo per la scelta degli attori, la cui fisicità ricorda quella dei ragazzi protagonisti del film di Greg Mottola; il secondo per l’idea di fondo, che come dicevamo era già stata utilizzata nella pellicola con Seann William Scott e Ashton Kutcher. In questo caso poi, proprio sulla recitazione, forse, si poteva pretendere qualcosa di più: nessuno dei protagonisti spicca sull’altro, e proprio per questo rischiano di essere facilmente dimenticati.
Ed è quindi la sceneggiatura il vero punto forte della pellicola. Si comincia con la (destinata a diventare) famosa tigre nel bagno, si prosegue con una specie di parodia di Tre uomini e un bebè (che viene anche citato da uno dei protagonisti), ci si innamora di una spogliarellista che ha il fisico mozzafiato di Heather Graham, e poi si finisce a fare i conti con una banda di cinesi malavitosi e con i cazzotti di Mike Tyson (sì, proprio lui!). Un vero e proprio viaggio, o "trip", come lo definirebbe il regista, ai confini della comicità.
Da non perdere i titoli di coda: tra i più divertenti della storia del Cinema.
Diego Altobelli (07/2009)
Distribuzione: Warner Pictures
Con Una notte da leoni torna il regista di Starsky & Hutch e Road Trip: Todd Phillips. L’idea alla base del soggetto era già stata sperimentata dal film Fatti strafatti e strafighe, dove due giovani non ricordavano nulla della notte precedente, ma in questo caso il risultato appare più maturo e anche più divertente.
Quattro amici si recano a Las Vegas per festeggiare l’addio al celibato di uno di loro. La mattina dopo alla peccaminosa nottata si svegliano nella stanza da letto senza ricordarsi nulla di quello che è avvenuto. Ma oltre al fatto di ritrovarsi sconvolti, con la camera da letto distrutta, una tigre nel bagno, un bebè abbandonato nell’armadio e decisamente malmessi, la cosa più grave è che colui che doveva sposarsi è scomparso. I tre "superstiti" cominciano così una caccia all’uomo per capire cosa è successo la notte prima...
Lasciare il titolo originale, The Hangover (letteralmente: postumi), avrebbe reso meglio l’idea alla base del film. Ma a parte questa minuscola inezia, dovuta all’adattamento italiano, si può affermare con estrema tranquillità che Una notte da leoni è semplicemente un irresistibile fiume in piena di risate. Dopo i titoli di testa che si ricordano per la musica curiosamente straniante, al punto da far dubitare di stare vedendo il film giusto (!), la commedia di Todd Phillips si propone come un film a metà strada tra Suxbad – Tre menti sopra il pelo e il già citato Fatti strafatti e strafighe. Il primo per la scelta degli attori, la cui fisicità ricorda quella dei ragazzi protagonisti del film di Greg Mottola; il secondo per l’idea di fondo, che come dicevamo era già stata utilizzata nella pellicola con Seann William Scott e Ashton Kutcher. In questo caso poi, proprio sulla recitazione, forse, si poteva pretendere qualcosa di più: nessuno dei protagonisti spicca sull’altro, e proprio per questo rischiano di essere facilmente dimenticati.
Ed è quindi la sceneggiatura il vero punto forte della pellicola. Si comincia con la (destinata a diventare) famosa tigre nel bagno, si prosegue con una specie di parodia di Tre uomini e un bebè (che viene anche citato da uno dei protagonisti), ci si innamora di una spogliarellista che ha il fisico mozzafiato di Heather Graham, e poi si finisce a fare i conti con una banda di cinesi malavitosi e con i cazzotti di Mike Tyson (sì, proprio lui!). Un vero e proprio viaggio, o "trip", come lo definirebbe il regista, ai confini della comicità.
Da non perdere i titoli di coda: tra i più divertenti della storia del Cinema.
Diego Altobelli (07/2009)
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