mercoledì 4 luglio 2007

Bambole russe

Anno: 2005
Regia: Cedric Klapish
Distribuzione: Bim

Logico sequel de "L'appartamento spagnolo" del 2001, "Bambole russe" si pone l'obiettivo di concludere i discorsi lasciati in sospeso alla fine del primo film. Interpretato degnamente da Romain Duris, Xavier si ritrova cinque anni dopo i fatti de "L'appartamento spagnolo" ancora alle prese con i soliti problemi: la sua ex fidanzata Martin (la splendida Audrey Tautou) continua a tampinarlo, ma lui proprio non ne vuole sapere collezionando invece un successo amoroso dopo l'altro, e vivendo appieno la sua condizione di single. Tra dubbi amletici esistenziali, frustrate rivalse professionali, e amori irrisolti, la risposta alla propria esistenza arriverà sotto sembianze seducenti di lunghi capelli rossi e occhi azzurri, non senza però qualche piccolo "incidente di percorso"…

"L'appartamento spagnolo" ha divertito una generazione: il tema dell'Erasmus, delle "cotte" trasformate in passioni travolgenti, le insicurezze sul futuro proprio e di chi vuoi bene. Temi di ragazzi sui venticinque anni a cui manca un solo passo per diventare adulti: definitivo passaggio che spesso si compie inconsapevolmente. Con questo "Bambole russe" Cédric Klapisch conferma le sue doti di abile regista di commedia, ma si perde, purtroppo, nel troppo narrare: un uso smodato della trama che vuole raccontare "tutto", senza rinunciare a nulla. Il risultato è un film divertente sì, ma che risulta esageratamente lungo. Si ha la sensazione che il regista "manchi" a più riprese il bersaglio, il vero punto del discorso: una semplice storia d'amore. Miope. Cast efficace e invariato per un film che soffre, come il suo protagonista, di una certa schizofrenia congenita. Echi narrativi presi in prestito da "Il mio grosso grasso matrimonio greco", passando per "Voglia di tenerezza", fino a "American Pie" e "L'ultimo bacio", mediando il tutto con un montaggio alternato fatto di flash-back e flash-forward non del tutto ragionati lucidamente. Instabile.

"Bambole russe" insomma non convince malgrado le buone carte in suo possesso: una buona recitazione, una storia frizzante, e un regia dinamica questa volta non sono sufficienti a definire un film incerto, come avere trent'anni…

Diego Altobelli (10/2005)

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