giovedì 5 luglio 2007

Concorso di colpa

Anno: 2005
Regia: Claudio Fragasso
Distribuzione: Istituto Luce

Esperimento ambizioso quello tentato da Claudio Fragasso nel girare questo "Concorso di colpa", thriller dalle pretese psicologico/politiche. Film che segna anche il ritorno di Francesco Nuti sul grande schermo, alle prese con una parte che forse aveva bisogno di maggior profondità. Nel film Nuti indossa i panni di Francesco De Bernardi, un commissario di polizia alle prese con un caso di suicidio. La vittima, un ex militante in forze politiche di sinistra negli anni '70, si scopre avere un terribile segreto: un senso di colpa che lo ha portato, infine, a premere il grilletto. Toccherà a De Bernardi, sotto ordine del Giudice Santamaria, aprire un'inchiesta a riguardo e fare luce sul passato del morto.

In "Concorso di colpa" appare chiaro come la pellicola voglia assumere toni importanti già dalle prime scene: la trama difatti mira ad uno spessore narrativo che però non convince affatto. Il tema politico è visto attraverso gli occhi immaturi di un gruppo di ragazzini esagitati di fine anni Settanta, che poco, o nulla, hanno a che vedere con quegli anni e quel fervore politico. Tanto che in buona sostanza le loro rivendicazioni appaiono essere frutto di mode giovanili e nient'altro. Opinione. Il punto è che a prescindere da cosa voglia intendere, o cosa pensi, il regista a riguardo, il film così non convince più, perdendo quello che da solo doveva essere uno dei suoi punti di maggior forza: il tema politico unito a quello della sconfitta generazionale. Stancante.La regia di Fracasso (film-maker di "confine" con alle spalle un curriculum di venti anni che lo ha visto dirigere, tra gli altri, B-movie americani come "La casa cinque" e "Rats") si perde lungo il difficile percorso narrativo intrapreso dalla trama: le riprese in genere, già dalle prime scene, appaiono ingenue e affrettate. Difetto manieristico che è difficile far passare in secondo piano, soprattutto se unito ad una recitazione a dir poco non all'altezza della situazione. Le battute vengono pronunciate in modo stanco e plastico, mentre la sceneggiatura arranca frasi a effetto poco credibili e per nulla convincenti. Manichino.

"Concorso di colpa" è un film che avrebbe avuto bisogno di un altro tipo di cura visiva e narrativa, e dal regista di "Palermo Milano solo andata" ce lo saremmo aspettato. Così com'è rimane una pellicola che qua e là possiede pure delle buone idee, ma si perdono, come la morale di una favola, nella troppa ambizione.

Diego Altobelli (08/2005)
estratto da
http://filmup.leonardo.it/concorsodicolpa.htm

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