martedì 27 ottobre 2009

Metropia

Anno: 2009
Regia: Tarik Saleh

Tra le cose più interessanti viste finora al festival di Venezia 2009 c’è certamente questo Metropia, lungometraggio a tecnica mista di animazione firmato dallo svedese Tarik Saleh.

In un futuro non troppo lontano il Mondo è controllato dalla multinazionale Traxx, società che è stata in grado di rivoluzionare il sistema dei trasporti dell’intero pianeta. Infatti, poiché in superficie l’aria si è fatta via via sempre più irrespirabile, le persone sono costrette a spostarsi da una città a un’altra usufruendo della metropolitana. Da Roma a Stoccolma, da Parigi a Madrid, una lunga e fitta rete di ferrovie sotterranea collega l’intera Europa. Roger, un semplice impiegato, si rifiuta di sottostare al sistema. Comincerà ad essere perseguitato da una voce che gli parla nel cervello…

C’è molto in Metropia, film che deve tantissimo all’eredità lasciata dai vari Orwell, Asimov, Lang e Dick. Dall’idea del controllo mentale, a quella di far parte di un enorme spot pubblicitario, da quella del controllo sulla società fino ad arrivare al doppio e alla paranoia che genera nell’individuo "cose" tipo il capitalismo, Metropia certamente mette molta carne al fuoco. E questo, con ogni probabilità, è anche il suo più grande difetto.

Infatti, se da una parte il film conquista per una resa grafica molto efficace e suggestiva e un’idea di fondo affatto banale, dall’altra si perde in una sceneggiatura che malgrado le apparenze, rimane in superficie. Divenendo tutt’al più una specie di omaggio alla fantascienza tout court. Peccato.

A prestare volto e voce ai protagonisti troviamo due grandi dei nostri tempi. Vincent Gallo e Juliette Lewis che riescono a rendere credibili le paure e le paranoie dei protagonisti. Il finale stile manga dove tutto si risolve con una bella esplosione, però, non piace e rimane il gusto amaro di una occasione mancata.

Diego Altobelli (09/2009)
estratto da http://www.moviesushi.it/html/anteprima-Metropia_Ho_visto_metropolitane_che_voi_umani_non_potete_immaginare-2973.html

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