Anno: 2009
Regia: Shirin Neshat
Woman Without Men è un film intenso e dal carattere fortemente rivoluzionario firmato dalla regista Shirin Neshat. L’autrice, alla prima esperienza dietro la macchina da presa, è innanzitutto una video artista le cui installazioni sono riconosciute in tutto il Mondo. E il risultato di questa esperienza sul grande schermo si vede. Le immagini, nitide e piene di particolari, omaggiano l’arte pittorica, richiama antiche iconografie, diventa simbolica. Lo spettatore si ritrova davanti quindi un vero e proprio affresco fatto di tanta luce e di tante ombre. Il tutto, inserito nel contesto storico del 1953, anno in cui il golpe ordito da Stati Uniti e Gran Bretagna riuscì a deporre il governo democratico di Mossadegh per restaurare il potere dello Scià.
Le storie di tre donne, in quell’anno fatidico, si intrecciano. C’è Fakhri, moglie insoddisfatta che riesce a scappare e a comprare una tenuta in cui rifugiarsi. Poi Munis, interessata alle vicende politiche. E infine Faezeh, incastrata dal rapporto col fratello. Le tre donne si conosceranno e finiranno per imparare l’amarezza della vita...
Film storico di spessore, diviso tra sogno (che vive nelle immagini della regista) e realtà (descritta attraverso l’episodio di Mossadegh). Attraverso le musiche di Ryuichi Sakamoto viviamo i conflitti interiori e le ansie scatenate da una voglia di libertà che nessun governo può mettere a tacere. Incredibili, poi, i momenti in cui assistiamo ai soprusi di una società maschilista e chiusa.
Ottusa e cieca. Dannatamente rinchiusa in termini culturali ristretti. Le donne, in questo universo chiuso, devono nascondersi, sono costrette ad abbassare lo sguardo, sono impossibilitate dal muoversi. Le uniche ancore di salvezza sono la cultura, tenuta segreta come un peccato, e la propria immaginazione. Un film che fa riflettere.
Diego Altobelli (09/2009)
estratto da http://filmup.leonardo.it/womenwithoutmen.htm
Regia: Shirin Neshat
Woman Without Men è un film intenso e dal carattere fortemente rivoluzionario firmato dalla regista Shirin Neshat. L’autrice, alla prima esperienza dietro la macchina da presa, è innanzitutto una video artista le cui installazioni sono riconosciute in tutto il Mondo. E il risultato di questa esperienza sul grande schermo si vede. Le immagini, nitide e piene di particolari, omaggiano l’arte pittorica, richiama antiche iconografie, diventa simbolica. Lo spettatore si ritrova davanti quindi un vero e proprio affresco fatto di tanta luce e di tante ombre. Il tutto, inserito nel contesto storico del 1953, anno in cui il golpe ordito da Stati Uniti e Gran Bretagna riuscì a deporre il governo democratico di Mossadegh per restaurare il potere dello Scià.
Le storie di tre donne, in quell’anno fatidico, si intrecciano. C’è Fakhri, moglie insoddisfatta che riesce a scappare e a comprare una tenuta in cui rifugiarsi. Poi Munis, interessata alle vicende politiche. E infine Faezeh, incastrata dal rapporto col fratello. Le tre donne si conosceranno e finiranno per imparare l’amarezza della vita...
Film storico di spessore, diviso tra sogno (che vive nelle immagini della regista) e realtà (descritta attraverso l’episodio di Mossadegh). Attraverso le musiche di Ryuichi Sakamoto viviamo i conflitti interiori e le ansie scatenate da una voglia di libertà che nessun governo può mettere a tacere. Incredibili, poi, i momenti in cui assistiamo ai soprusi di una società maschilista e chiusa.
Ottusa e cieca. Dannatamente rinchiusa in termini culturali ristretti. Le donne, in questo universo chiuso, devono nascondersi, sono costrette ad abbassare lo sguardo, sono impossibilitate dal muoversi. Le uniche ancore di salvezza sono la cultura, tenuta segreta come un peccato, e la propria immaginazione. Un film che fa riflettere.
Diego Altobelli (09/2009)
estratto da http://filmup.leonardo.it/womenwithoutmen.htm
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