martedì 27 ottobre 2009

Un amore all'improvviso

Anno: 2009
Regia: Robert Schwentke
Distribuzione: 01 Distribuzione

Basato sul bestseller The time traveller's wife della scrittrice Audrey Niffenegger, Un amore all’improvviso sembra decretare sul grande schermo, dopo Il curioso caso di Benjamin Button, il nuovo trend a Hollywood di associare viaggi temporali alle storie sentimentali. Niente paura però, questa volta non abbiamo ringiovanimenti precoci o anzianità incontrollate, ma “semplicemente” un uomo con la facoltà di viaggiare nel tempo che si lega sentimentalmente a una ragazza di nome Clare.

Clare incontra Henry quando ha sei anni. Lui invece è già adulto e le rivela di essere un viaggiatore nel tempo. La bambina non gli crede, ma quando il giorno dopo Henry ricompare invecchiato di qualche anno ne rimane affascinata. Tra i due comincia così una improbabile quanto duratura storia d’amore…

La particolarità del romanzo della Niffenegger stava tutta nella impalpabilità della trama, che lasciava senza soluzione i vari problemi legati ai viaggi temporali. Nell’ottica di un romanzo, tale soluzione assumeva i connotati della metafora, del significato. I viaggi nel tempo di Henry diventavano metafora dell’incompatibilità dell’uomo e della donna, ma anche della volontà di rimanere l’uno affianco all’altra malgrado tutto. Molto romantica, la lettura in tal senso si faceva suggestiva, catturando il lettore.

Purtroppo al cinema le cose funzionano diversamente. Due bravi attori come Eric Bana e Rachel McAdams, infatti, non bastano a rendere coinvolgente un soggetto che gira a vuoto (similarmente al protagonista che se ne va a spasso nel tempo). Inoltre, appare abbastanza evidente a una prima analisi della pellicola che vi è un grosso equivoco di fondo. Equivoco legato alla sceneggiatura firmata da Bruce Joel Rubin, autore del paranormale e romantico Ghost. Stiamo parlando del "punto di vista". Nel film di Robert Schwentke (esordiente nel 2005 con Fightplan – Mistero in volo) il film ha lo sguardo di Henry, protagonista assoluto col suo problema genetico che lo fa balzare nel tempo (senza chiarire ulteriormente la questione). Quando invece sarebbe stato, forse, più logico prendere il punto di vista di Clare, che fa di tutto per vivere una vita normale malgrado il problema del compagno. E che, per questa ragione, diventa il personaggio di più facile immedesimazione. Ma Schwentke preferisce giocare col paradosso del tempo. Henry viaggia avanti e indietro; incontra sua madre scomparsa anni prima; cerca chiarimenti col padre alcolista; incontra se stesso; fa a cazzotti con dei teppisti; si innamora di Clare… In questo via vai senza soluzione la bussola si perde facilmente e la direzione si fa presto ignota e frustrante. Infatti, il film perde anche il mordente; e le molte strade tentate per riaccendere l’attenzione (come quella di far incontrare a Henry un altro se stesso in fin di vita) finiscono per lasciare il posto alla via più furba: la non spiegazione.

Incompiuto, Un amore all’improvviso fa rabbia. Funziona nella prima parte. Perde il controllo nella seconda, va fuori strada e si schianta lungo un tornante chiamato “tempo”. E sulla questione “tempo”, proprio Henry finisce per darci l’insegnamento più importante: che per affrontarlo non bisogna avere solo coraggio, ma anche tanta tecnica.

Diego Altobelli (09/2009)
estratto da http://www.moviesushi.it/html/recensione-Un_amore_all_improvviso_Il_passare_del_tempo_e_una_questione_di_tecnica-3250.html

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