martedì 27 ottobre 2009

Celda 211

Anno: 2009
Regia: Daniel Monzon

Il cinema spagnolo sta vivendo una stagione incredibilmente buona.Presentato nella sezione più interessante della sessantaseiesima mostra del cinema di Venezia, quella dedicata alle Giornate degli autori, Celda 211 è a sorpresa una delle rivelazioni di questo festival.

Una guardia carceraria, al primo giorno di lavoro, rimane tramortita a causa di un piccolo incidente: del calcinaccio è ceduto dal tetto colpendolo in testa. Quando si risveglia, scopre di essere caduto in un vero e proprio incubo: l'intero carcere è stato occupato dai prigionieri. Rimanere vivo in quel covo di criminali non sarà facile...

Tesissimo dramma carcerario come pochi se ne sono visti nella storia del Cinema. Il regista e sceneggiatore Daniel Monzon fa centro confezionando una pellicola emozionante e struggente. Epica e spietata. Grazie a una sceneggiatura che non ha punti deboli, in cui i personaggi si vanno delineando in modo sempre più completo e profondo.In questo balletto di intenti tra i vari caratteri, le guardie e i prigionieri si scontrano a muso duro fino a scambiarsi i ruoli.Scompare la distinzione tra buoni e cattivi, quindi, bene e male, e il film diventa un bellissimo affresco di umanità. Ma non solo: Celda 211 dimostra abilità anche nel trattare tematiche politiche di spessore, come la libertà di stampa e le situazioni nelle carceri.Ottimi gli interpreti, inoltre, con Luis Tosar alla sua prima volta sul grande schermo che lascia basiti; un cattivo, Alberto Ammann, fisicamente molto simile a Colin Farrell; e un pantheon di attori e attrici raramente così affiatati e convincenti. Un film completo.

Bellissimo il finale che lascia senza parole. E come per Rec, aspettiamoci presto un remake americano.

Diego Altobelli (09/2009)
estratto da http://filmup.leonardo.it/celda211.htm

1 commento:

mattia ha detto...

"con Luis Tosar alla sua prima volta sul grande schermo"!?!?!?! sono almeno 10 anni che compare in pellicole cinematografiche :)